Dal progetto musicale di Cinzia Tedesco, debutta al Todi Festival uno spettacolo teatrale che rimanda al pubblico la figura del compositore tra estro creativo e vita quotidiana. In scena le “eroine” che hanno reso grande l’operista più rappresentato al mondo.
di Francesca Cecchini
Sarà il Todi Festival ad ospitare il debutto di Verdi’s Mood e le Donne, performance teatrale nata dal progetto musicale della poliedrica artista Cinzia Tedesco. Martedì 30 agosto (ore 21) il palco del Teatro Comunale sarà investito dal racconto incentrato sul rapporto che Giuseppe Verdi ebbe con le “sue” donne, le protagoniste reali di vita e le eroine delle sei rinomate opere scritte tra il 1849 e il 1953. Brani lirici riarrangiati in chiave jazz andranno a comporre dei quadri musicali che si alterneranno alla narrazione di Maddalena Crippa. Per meglio entrare nello spirito dello spettacolo, abbiamo chiesto a Cinzia Tedesco di guidarci all’interno di questo “viaggio emozionale” tra arie verdiane e momenti di vita quotidiana del grande compositore parmigiano.
Tutto nasce da una sua idea, se non erro. Perché proprio Giuseppe Verdi?
L’idea nasce nell’anno del Bicentenario Verdiano, dal mio sogno di creare un ponte tra la musica classica e la musica jazz utilizzando la voce come pilastri su cui costruirlo. Altri jazzisti avevano approcciato questo repertorio ma mai nessuno aveva considerato la voce come parte dell’ensamble e tanto meno l’utilizzo della voce in modo ‘non classico’. Allora iniziai ad ascoltare le arie verdiane per scegliere le melodie ‘cantabili come avevo in mente di fare’, lavoro non facile anche perché cercavo un’interpretazione originale, in equilibrio tra tradizione e modernità, tra la melodia e l’improvvisazione jazzistica e rispettosa delle melodie originali. Due anni di lavoro che hanno dato vita a “Verdi’s Mood”, un CD della Sony distribuito in Italia ed all’estero, e che ha ricevuto il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per ‘meriti artistici e culturali’.
In Verdi’s Mood si parla di donne protagoniste delle sue opere e di donne reali della sua vita. A quale delle due “categorie” è dato più spazio e perché?
Se consideriamo che Verdi ha scritto migliaia di lettere, tra cui molte inviate a donne, il ruolo delle donne nella sua vita era molto importante. Con Maddalena Crippa ci alterniamo nel raccontare Verdi in un viaggio senza soluzione di continuità, non privilegiando “le donne della Vita a quelle dell’Opera”, perché entrambe hanno contribuito a far si che Giuseppe Verdi diventasse eternamente noto ed amato.
Il progetto discografico va di pari passo con quello teatrale o la trasposizione sul palcoscenico è un’idea che arriva in un secondo tempo?
Ho immaginato questo spettacolo teatrale nell’estate del 2015, quando le musiche di quello che sarebbe diventato il disco “Verdi’s Mood” erano già nate. Ne parlai con Juan Diego Puerta Lopez, che avevo avuto la fortuna di conoscere durante la 71esima Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, dove Juan ricevette il “Premio Internazionale Anna Magnani” come miglior regista teatrale dell’anno. Juan ha lavorato con me sull’idea e pensato a Maddalena Crippa come voce delle donne della vita di Verdi. Quando ho raccontato a Maddalena quello che avrei voluto rappresentare, ne è rimasta affascinata, e l’ascolto delle musiche l’ha definitivamente convinta della forza di un progetto che ha sposato con entusiasmo.
Quanto è stato difficile riarrangiare i pezzi in lirici in chiave jazz?
Penso che la melodia, quando è “grande”, come in questo caso, possa essere trasportata in un mondo armonico jazzistico senza perdere il suo valore intrinseco. Certo è che le arie d’opera non sono state pensate e strutturate in forma “canzone” quindi il lavoro più complesso per me è stato scegliere all’interno dell’aria verdiana quella piccola gemma che avrei voluto inserire in una “song” da interpretare seguendo il groove che avevo in mente, un ritmo che mi nasceva pensando alla melodia presa a se stante, fuori dal contesto complessivo dell’opera. Sulla complessità e difficoltà dell’armonizzazione, posso solo dire che Stefano Sabatini ha fatto un lavoro grandioso nella sua forza poetica e melodica, sempre con grande rispetto nei confronti dell’originale melodia verdiana.
C’è un brano che sente più suo o che la rappresenta di più?
Amo Verdi’s Mood perché rappresenta la somma delle mie numerose esperienze musicali, maturate in tanti anni di palco, un palco che dall’età di otto anni mi è amico. Se devo proprio scegliere, credo che “Addio del Passato” rappresenti la passionalità che mi contraddistingue e la forza d’animo con cui affronto le situazioni anche più difficili, mentre “Va’ Pensiero” è pregna del mio impegno sociale e dell’amore che ho per la mia “Patria, si bella e perduta”. Faccio fatica a scegliere anche perché davvero in ciascun brano del disco c’è un pezzo della mia storia e del mio sentire più profondo.
Ascoltando alcuni brani del disco (tra cui Va pensiero, La donna è mobile, Amami Alfredo) sono rimasta (piacevolmente) stupita dal suo stile che non stravolge gli originali ma sembra rivestirli di una delicatezza unica e li rende, secondo me, più “accessibili” ad un pubblico non educato alla lirica. Un modo per avvicinare gli ascoltatori alle opere del grande compositore o una dimostrazione della potenza naturale del jazz?
Questa sua osservazione mi onora e la ringrazio di averla fatta, perché cantare in italiano, in modo non lirico e senza stravolgere la melodia è stata per me la sfida più impegnativa. Nel contempo avevo non solo la voglia di far avvicinare il pubblico del jazz, non sempre avvezzo all’ascolto dell’opera lirica, ad un mondo musicale di enorme bellezza ma non così noto soprattutto ai giovani, ma anche il sogno di poter toccare il cuore degli appassionati di lirica con la forza di una interpretazione nuova e diversa. Ho davvero rischiato molto… ma avere recensioni lusinghiere da parte della stampa specializzata di musica classica così come da prestigiose riviste di jazz, e ricevere applausi da persone che, a fine concerto, si presentano come “appassionati di lirica” e ti stringono la mano, è una cosa di cui sia io che il mio combo siamo orgogliosi.
Sul palco con lei salirà Maddalena Crippa. Come l’accompagnerà in questo viaggio? Letture, narrazione o recitazione?
Maddalena leggerà i testi liberamente tratti da Gianni Guardigli dalle lettere del maestro e delle donne che hanno fatto parte della sua storia di uomo e di artista. Le parole di Margherita Barezzi così come di Giuseppina Strepponi e Teresa Stolz, sono portate in scena con una forza ed una concretezza che solo una grande attrice come la Crippa può dare. I testi creano un filo narrativo che entra nel mio canto e si unisce alle emozioni vissute dalle eroine verdiane, dalla Traviata a Desdemona, da Leonora, così amata dal Trovatore, sino all’Elena dei Vespri Siciliani. Sono onorata di avere una partner d’eccezione per questo spettacolo e sono certa che, come sempre d’altronde, Maddalena Crippa incanterà il pubblico.
Il pubblico umbro è notoriamente amante del jazz, un genere che, a più riprese, durante l’anno, diventa protagonista di vari eventi. Per lei è, dunque, un banco di prova stimolante o, per certi versi, più difficile da affrontare?
E’ emozionante sapere di avere di fronte a me dei veri appassionati di musica e di teatro. Ho cantato a Perugia a Gennaio ed è stata una serata splendida, da ricordare. Il pubblico umbro è da sempre appassionato di jazz ma è anche di mente aperta al nuovo e generoso con chi fa il suo lavoro con professionalità e passione. Farò del mio meglio per essere all’altezza di questo pubblico e di un palco così prestigioso come quello del Todi Festival. Mi rasserena sapere di avere sul palco jazzisti ben noti agli appassionati, come i grandi Pietro Iodice alla batteria, Luca Pirozzi al contrabasso, Stefano Sabatini al pianoforte, e di poter contare sulla classe indiscutibile della violoncellista Giovanna Famulari. Se è vero che “è la squadra che vince”, ed io lo credo fermamente, con un cast di questa levatura mi sento serena di poter dare al nostro pubblico il meglio di me.
Verdi’s Mood e le Donne con Cinzia Tedesco, Maddalena Crippa, Stefano Sabatini (pianoforte e arrangiamenti), Giovanna Famulari (violoncello), Luca Pirozzi (contrabbasso), Pietro Iodice (batteria), regia di Juan Diego Puerta Lopez, drammaturgia di Gianni Guardigli.
(fotografie di Stefano Ramaccia – immagine di copertina di Marco Fiore)