Un’esperta per svelare i segreti e i benefici della medicina tradizionale cinese nell’era contemporanea, intervista alla dott.ssa Michela Picardi: tra antica saggezza e scienza moderna.

di Massimo Imperatori

Nel vasto mondo della medicina veterinaria, esistono professionisti che vanno ben oltre il tradizionale percorso di studi.

Michela Picardi, dottoressa medico veterinario, è una figura eclettica e appassionata che ha saputo spingersi oltre i confini della medicina convenzionale. Perfezionatasi in agopuntura per animali domestici, nella riabilitazione equina e nella “Balance Method Acupuncture” (branca specifica dell’agopuntura) e persino all’utilizzo di sanguisughe sui pazienti a quattro zampe, oggi, la dott.ssa tratta con gli stessi metodi di 4000 anni fa le problematiche più complesse.

In questa intervista, esploreremo la sua esperienza professionale, scoprendo come ha abbracciato la medicina tradizionale cinese e quali sfide ha affrontato, quali sono i possibili effetti benefici di questo trattamento e chiariremo alcuni dei principali dubbi su questa pratica millenaria.

  • Dove è nato il suo interesse per la medicina cinese veterinaria e cosa l’ha spinta a specializzarsi in questo campo così specifico?

“È nato tutto per scherzo. Nel momento in cui dovevo decidere l’argomento per la mia tesi di laurea, circa 25 anni fa, mi venne in mente che avrei dovuto cercare un argomento sul quale i professori non avrebbero saputo controbattere. E quindi mi venne in mente l’agopuntura: non ricordo neanche come. Quindi andai dal professore di anestesiologia e gli proposi l’agopuntura come metodo di analgesia chirurgica negli animali. Il professore, perplesso, accettò chiedendomi di essere il più scientifica possibile. Feci tutte le ricerche del caso, e da lì nacque l’interesse. Capii che dallo scherzo avevo scelto un argomento super interessante che all’epoca, in veterinaria, soprattutto in Italia, era ancora poco diffuso. Infatti, anche trovare il materiale fu difficoltoso. Alla fine, feci questa tesi e mi iscrissi subito, appena laureata, alla scuola di agopuntura tradizionale cinese della città di Firenze che all’epoca teneva l’unico corso veterinario disponibile in Italia.”

  • Qual è la sua filosofia di pensiero riguardo all’applicazione della medicina tradizionale cinese per la cura di patologie specifiche negli animali?

“La medicina tradizionale cinese è una medicina antica: di circa 4000 anni e, ancora oggi, trova applicazione in tutto il mondo ed è per questo dotata di una certa modernità. La applico come metodo principale di terapia, perchè è una medicina povera: richiede molta abilità da parte del terapeuta e pochissimi materiali, farmaci o attrezzature costose, ipoteticamente alla portata di tutti. Anche se la medicina tradizionale cinese può prevedere l’utilizzo di farmaci fitoterapici, l’agopuntura, la branca più famosa, può essere applicata anche senza l’utilizzo di questi, indistintamente su tutti gli animali e su tutte le persone, senza portare problemi di allergie o intolleranze; inoltre è utile sia come terapia esclusiva che complementare per curare un grandissimo numero di patologie.”

  • La medicina cinese viene spesso associata all’agopuntura. In campo veterinario questa pratica risulta essere sempre la più efficace? Quali possono essere i benefici nell’iniziare un percorso di cura non convenzionale per il proprio animale domestico?

“Negli animali, l’agopuntura, non è detto che sia sempre il metodo più efficace, semplicemente perchè a volte non è semplice convincere l’animale a farsi trattare con gli aghi. L’agopuntura può essere praticata con diverse tecniche: non solo infilando gli aghi in punti specifici, ma stimolandoli con altri metodi quali la digitopressione, il calore, il laser. Tuttavia, anche in questo caso, gli animali non sono sempre d’accordo a farsi toccare. In alternativa, si possono usare le erbe cinesi, ma questa è una rarità, in quanto bisogna farsele spedire dell’estero, quindi più complicato.

Altri vantaggi di intraprendere questo tipo di terapia, quando si tratta di agopuntura, è per tutti quegli animali anziani con problemi organici quali insufficienza epatica e insufficienza renale per cui qualsiasi tipo di farmaco potrebbe essere un problema, in questo caso l’agopuntura è sicuramente una buona soluzione, come nel caso di cure con la farmacologia cinese, quindi piante, rimedi naturali senza eccipienti e conservanti, a differenza di farmaci convenzionali che potrebbero portare effetti collaterali.

In alcuni casi, con l’agopuntura si può evitare la chirurgia: esempi sono animali che presentano dolore cronico dovuto a problemi di legamenti alle ginocchia o di displasia delle anche che spesso richiedono l’esecuzione di plastiche o l’apposizione di protesi per via chirurgica”

  • Nel trattamento di malattie o disturbi specifici negli animali, quali sono i successi più significativi che ha ottenuto con l’uso della medicina cinese? Potrebbe condividere una storia di un caso particolarmente notevole?

“Si, qualche volta l’agopuntura ha degli effetti veramente sorprendenti. Mi viene in mente il caso di un Pastore Tedesco, anziano, che mi è stato portato con un’imbragatura sul treno posteriore perché assolutamente non era in grado di deambulare da sola senza l’aiuto del proprietario che la sosteneva. Si tratta di parecchi anni fa, quindi esattamente non ricordo quanti trattamenti ho fatto, forse 2 o 3, e il cane è arrivato in ambulatorio con le sue gambe. Questa cosa qui ovviamente ha sorpreso anche me perché non ci si aspetta un risultato del genere su casi molto gravi come quello di questo cane. Tra l’altro non si sapeva nemmeno se fosse un problema degenerativo del midollo spinale o un problema neurologico più periferico. Evidentemente il problema era più periferico, e quindi il cane si è rialzato, però non c’erano referti precisi sull’entità della patologia.”

  • Alcune persone potrebbero essere scettiche riguardo all’efficacia della medicina cinese veterinaria. Come risponde a queste critiche e quali evidenze scientifiche supportano l’efficacia di queste pratiche?

“Dunque… Sì, molte persone dicono “ci credo/non ci credo”. Diciamo che non è la terminologia appropriata perché ormai la medicina tradizionale cinese è diventata scienza. È supportata da moltissime ricerche scientifiche pubblicate sui giornali internazionali sia di medicina umana che di medicina veterinaria e che supportano l’efficacia clinica. Poi ci sono altrettante pubblicazioni che evidenziano innanzi tutto la struttura particolare dei punti di agopuntura: che sono proprio dei punti individuabili al microscopio elettronico che hanno una struttura differente da tutto quello che li circonda. Poi sull’esistenza dei meridiani: oggi, con la medicina nucleare si riesce a tracciare il percorso di un isotopo radioattivo da un punto di agopuntura a un altro punto dello stesso meridiano, che apparentemente non esiste, ma hanno individuato che questi isotopi radioattivi inoculati in un punto, preferibilmente si diffondono lungo il percorso dell’ipotetico meridiano. Inoltre, sono state individuate delle molecole in alcune vie contenute nel connettivo (il tessuto che connette tutti i tessuti funzionali dell’organismo, in particolare tra i muscoli), che il tessuto è ricco di glicosamminoglicani e che queste molecole, in particolar modo, sono in grado di condurre stimoli elettrici. L’eccitazione di queste molecole (di tipo piezoelettrico) avviene mediante la modificazione della forma delle molecole, mediante la digitopressione, l’infissione dell’ago, la stimolazione o con il calore. Questa modificazione della molecola genera un micro-stimolo elettrico, che sommato a quello delle molecole contigue, poi si diffonde attraverso le vie nervose, le vie vascolari di cui i punti di agopuntura sono particolarmente ricchi.

Hanno anche ricercato la composizione delle erbe,che si utilizzano in farmacologia cinese e hanno dimostrato la presenza di diversi tipi di molecole farmacologicamente attive che utilizziamo o riproduciamo anche attualmente in laboratorio in alcuni farmaci.

Quindi diciamo che credere e non credere sono termini desueti e non adatti all’argomento. L’agopuntura e la medicina tradizionale cinese, sebbene non ancora spiegate al 100% sono un tipo di medicina che è sopravvissuta a 4000 anni di storia e quindi oltre all’efficacia clinica presentano anche diverse dimostrazioni scientifiche di valore medico.”

  • Quali sono le principali sfide che ha incontrato nell’integrare la medicina cinese nella sua pratica veterinaria? E come ha superato queste sfide?

“Allora… Superate: no. Perché le sfide permangono. Però diciamo che lo scetticismo, come diceva lei, è la sfida maggiore. Molte persone vengono da me con il proprio animale confessandomi il loro scetticismo, indirizzate a me dal loro medico curante convenzionale. Si affidano e, una volta visti i risultati, solitamente, si convincono.

Il modo migliore per superare lo scetticismo è quello di dimostrare l’efficacia: che di solito succede anche dopo la prima seduta. Nonostante questo, soprattutto nei colleghi, rimane questo scetticismo e un po’ anche la paura, forse, di perdere clienti; ma si tratta di una medicina complementare, l’ideale è che venga applicata in maniera integrata a quella convenzionale. Lo ripeto: questa segue vie completamente differenti e l’ideale è di avere una copertura a tutto tondo della patologia.”

  • L’adozione della medicina cinese veterinaria sta aumentando? Ha notato un crescente interesse da parte dei proprietari di animali verso queste pratiche? Quali sono i motivi per cui i proprietari scelgono questa via di trattamento?

“Si, sicuramente c’è un interesse crescente per questo tipo di pratica. I motivi sono molto diversi. Per esempio, nei piccoli animali che fanno parte della famiglia in genere vengono indirizzati alla medicina cinese o dal medico curante, che ha potuto verificarne l’efficacia e quindi per alcuni tipi di patologia sicuramente li potrà indirizzare alla agopuntura o ad altre tecniche di medicina cinese, ma anche perché a volte sono proprio i proprietari che su loro stessi impiegano fitoterapia o agopuntura e quindi sono già convinti in partenza sull’efficacia di questi metodi.

Per quanto riguarda tutti gli animali di produzione, queste sono tecniche che non richiedono l’uso di farmaci e quindi possono essere economicamente valide. Per cui possono essere impiegate nella prevenzione e nella terapia delle mastiti, per ridurre l’utilizzo di antibiotici, per l’ingrasso e il ciclo ormonale di tutti gli animali da produzione e da riproduzione. Infine, trovano impiego anche nel cavallo sportivo perché l’utilizzo dell’agopuntura non è doping, ma si tratta soltanto di mettere degli aghi senza farmaci e quindi per il mal di schiena o il dolore articolare, che negli sportivi, sia umani che animali, sono sempre un problema. Sicuramente la terapia senza farmaci ha una sua validità.”