Giornata perugina quella di lunedì 15 febbraio per Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco: in mattinata ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo, presso l’Università per stranieri, alla presenza del ministro dell’istruzione Stefania Giannini, nel pomeriggio ha invece partecipato al simposium presso il Wwap di Perugia sul tema dell’acqua.
Cosa è il Wwap Wwap è il programma delle Nazioni Unite per la valutazione delle risorse idriche mondiali e la Regione Umbria ha messo a disposizione la struttura di Villa Colombella per la sua attività. Da sempre Wwap si occupa dello studio e dell’analisi della gestione delle acque fresche nel mondo: sviluppa analisi, elabora dati e fa ricerche che confluiscono poi in quei rapporti annuali che vengono inoltrati ai decisori politici a livello globale. Rapporti che vengono prodotti dal 2003 in maniera triennale: il prossimo sarà nel 2016, avrà come tema principale ‘L’acqua e il lavoro’ e verrà presentato il 22 marzo (giornata mondiale dell’acqua) a Ginevra.
Programma 2016 Il coordinatore del Wwap, Stefan Uhlenbrook è entrato poi nel dettaglio del rapporto che verrà presentato a marzo: “Questo lavoro ha più messaggi: il primo riguarda tutti i settori che dipendono dallo sfruttamento delle risorse idriche, il secondo la scarsità delle risorse ( non c’è un utilizzo omogeneo dell’acqua), il terzo tocca il problema delle condizioni igienico sanitarie, il quarto, tema centrale, è rappresentato dagli investimenti nel settore idrico per la creazione di nuovi posti di lavoro (creare economia verde)”.
Agenda 2030 17 sono gli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere per l’agenda 2030, temi quali la povertà, la sicurezza alimentare, la vita sana, un’educazione di qualità, la parità di genere, l’occupazione, le diseguaglianze, l’accesso all’acqua, oltre che le infrastrutture, l’energia e l’innovazione sostenibile, i cambiamenti climatici, le gestione sostenibile delle risorse naturali, la biodiversità, l’accesso alla giustizia e le istituzioni responsabili.
Concetti differenti Acqua come educazione e ricerca, questo il concetto espresso da Huub Savenije, presidente dell’Iahs: “Non possiamo prevedere i cambiamenti climatici, ma grazie agli studi e alla ricerca possiamo cercare di capirli, dobbiamo prevedere dei modelli”. Acqua come genere, lo ha spiegato Michela Miletto, vice direttore del Wwap: “Uomini e donne hanno una percezione diversa dell’acqua, e differenti ruoli”. Ma l‘acqua è anche pace, molte guerre nascono proprio dal suo sfruttamento.
Diritto universale Padre Enzo Fortunato, moderatore dell’incontro, ha poi introdotto Irina Bokova: “La sostenibilità delle risorse idriche è necessaria per gli obiettivi dell’Agenda 2030 – ha specificato il Direttore Unesco – l’acqua non è solo un bene ma riguarda la dignità umana. Nel 2010 l’Assemblea delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione per cui l’acqua potabile è un diritto umano universale. 700 milioni di persone ancora oggi non hanno acqua potabile, 1 miliardo di uomini e donne non hanno le strutture igieniche sanitarie adeguate”. Per quanto riguarda il futuro Bokova è ottimista: “C’è tanto da fare, ma sono fiduciosa. Dobbiamo mitigare gli effetti del cambiamento climatico, per questo abbiamo bisogno di ricerca e delle Università, come quella di Perugia che sta facendo un egregio lavoro. Occorre anche un maggiore coinvolgimento del settore privato attraverso l’utilizzo di energia rinnovabile”.
Programmazione Padre Enzo Fortunato ha poi posto alcune domande al vice ministro degli affari esteri, Mario Giro, e al sottosegretario all’ambiente, onorevole Barbara Degani. «Mancano 14 anni alla scadenza dell’Agenda 2030, siamo ancora lontani, nel frattempo il nostro paese dovrà aver compiuti dei notevoli passi avanti, ma sono fiducioso, stiamo lavorando bene – ha detto l’onorevole Giro – L’acqua non può essere un elemento di schiavitù per le donne. A questo problema dobbiamo ovviare con una risposta sia culturale, che prevede quindi un cambiamento negli stili di vita, sia tecnologica, dobbiamo trovare il modo per distribuire meglio l’acqua e insegnare ai contadini di tutto il modo come adoperarla senza sprechi». Il viceministro Degani ha, invece, riferito che: «Come Italia dobbiamo arrivare ad una politica di pianificazione dei piani di gestione delle acque ed alla prevenzione dal rischio di alluvioni, attraverso un approccio multidisciplinare. Sì all’educazione e al cambiamento degli stili di vita, ma anche apertura all’economia circolare”.