Il “salotto” di Bettina e Brajo Fuso si apre a Perugia e ci rimanda ad un momento storico in cui il capoluogo umbro fu luogo di comunione per intellettuali che viaggiavano tra arte e cultura

di Francesca Cecchini

Le opere d’arte di quella che fu una delle coppie più note della Perugia del Novecento, Elisabetta Rampielli e Brajo Fuso, sono al centro della mostra ‘Bettina e Brajo. Il salotto di casa Fuso con Moravia, Argan, Guttuso, Burri’ un percorso che si snoda a tappe tra gli ambienti di palazzo della Penna, palazzo Cesaroni e il Fuseum di Perugia e si protrarrà fino al prossimo 31 maggio. Due artisti dal tocco distante eppur tanto vicino che, come asserisce l’assessore Maria Teresa Severini “hanno vissuto il loro amore in totale compenetrazione con l’arte, molte volte affidando ad essa anche la comunicazione dei reciproci sentimenti”.

La mostra L’esposizione, promossa dall’assessorato alla cultura, turismo e Università, dal Fuseum e dall’Ecomuseo Colli del Tedio, con il patrocinio della Regione Umbria e della Provincia di Perugia, è curata da Massimo Duranti (suo il merito di averla fortemente voluta), Andrea Baffoni e Francesca Duranti. Lungo il percorso itinerante non solo le opere di Bettina e Brajo (circa una quarantina della Rampielli, appartenenti al periodo che va dal 1932 fino al metà degli anni Sessanta, e di Fuso soprattutto inediti), ma anche lavori di rinomati artisti frequentatori del loro noto “salotto intellettuale” tra le case di Palazzo Cesaroni (dal cui torrino Bettina trasse grande ispirazione per  i famosi “tetti”), di Largo Cacciatori delle Alpi, di Ansidonia e del Fuseum. Un salotto che, decontestualizzando il capoluogo umbro dell’etichetta (tutt’altro che) provinciale, rese Perugia vera e propria capitale della cultura soprattutto nel secondo dopoguerra. Un’esposizione, dunque, non solo volta a rendere omaggio alle opere dei due coniugi, ma a riportare i perugini (e non solo)  indietro nel tempo fino alla riscoperta di uno spaccato di vita, per certi versi inedito, che vide la frequentazione in Umbria di personaggi fondamentali della cultura letteraria ed artistica, soprattutto attivi dagli anni Venti in poi, quali, tra gli altri, Giuseppe Ungaretti, Carlo Argan, Enrico Falqui, Alberto Burri, Gerardo Dottori (tanto per citarne solo alcuni). Senza dimenticarci di Alberto Moravia.

Bettina Rampielli  e Alberto Moravia Alberto Moravia arriva a Perugia nell’ottobre del 1926, proprio nel momento in cui era preso dalla stesura del suo primo capolavoro, ‘Gli indifferenti’, nello stesso palazzo in cui una giovane Elisabetta Rampielli viveva con la madre affitta camere. Tra la creativa ragazza ed il giovane malinconico nacque un’amicizia intensa di cui rimangono lettere appassionate sulla cui vera natura, però, sono ancora in corso degli studi. E se “La città scura e turrita sta ammucchiata sulla cima di un monte ed è attraversata da un capo all’altro dalla strada del corso dove sorgono la cattedrale e i palazzi più belli. Dal corso, lateralmente, si scende fino alla strada della circonvallazione che gira tutt’intorno il monte, per certi vicoli angusti oppure per fughe precipitose di scalini” ci rimanda a Perugia, qualcuno azzarda l’ipotesi romantica che a Bettina fu dedicato il racconto ‘La Provinciale’.

Bettina Rampielli e Brajo Fuso L’unica cosa certa fu che Elisabetta Rampielli, ambiziosa ed affascinante, piena di interessi e cultura, sposerà Brajo, professore universitario e dentista (così come la Gemma Foresi di Moravia, nel racconto, finì per maritarsi con il professore universitario di fisica, pensionante nella sua casa) presso cui si ritrovò ad andare per una visita. Fuso incoraggiò la moglie a seguire la sua vena artistica, spronandola a frequentare anche l’Accademia delle Belle Arti. Tecniche acquisite che Bettina, armata di pennelli e tele, convinse il marito ad usare durante la convalescenza al ritorno dalla guerra. Così Fuso, tanto si appassionò all’arte, da dedicarle ogni momento libero e divenire, come lo definisce il direttore generale per le Belle Arti del MIBACT, l’architetto Francesco Scoppola, “uno dei tre più importanti artisti umbri contemporanei, insieme a Dottori e Burri”. Al culmine della celebrità dei due Elisabetta Rampielli fece un passo indietro e lascio più ampio spazio al marito. Indietreggia, quindi, Bettina perché spesso, in coppie di nota fama accade che sia la parte femminile a “pagarne” il prezzo. ”Finalmente, tuttavia, in queste coppie – asserisce la Severini nel catalogo della mostra e durante l’inaugurazione –  uno dei due ha raggiunto una celebrità maggior dell’altro, quasi sempre il personaggio maschile, complice la critica, il mercato ma, più spesso, uno spirito di dedizione che ha indotto storicamente le donne ad arretrare per lasciare spazio al compagno di vita, sacrificando la carriera all’amore, alla famiglia, all’equilibrio domestico”.  Un gesto d’amore che Perugia vuol ricambiare, a distanza di anni, con questa mostra rendendo omaggio ad una coppia che è stata protagonista dell’arte, della cultura e della vita sociale del Novecento.