Joyful jazz e dialogo con il pubblico al centro dello spettacolo più brioso di Umbria Jazz Spring. Sammy Miller and The Congregation da New York alla conquista del Teatro Secci con un live “all’ultimo respiro”

di Francesca Cecchini

“Sono solo!” risuona nell’eco del Teatro Sergio Secci di Terni. A pronunciare le parole, catturando tutta l’attenzione del pubblico, è Sammy Miller che, accompagnato dalla sua Congregation e dagli amici che si sono uniti per l’occasione, Grace Kelly e Gabriel Medd, ha portato in scena uno spettacolo “all’americana” tutto da gustare tra show e musica all’edizione zero di Umbria Jazz Spring. Non nuovi per la platea di UJ, i ragazzi statunitensi hanno dato vita ad un joyful jazz che ha coinvolto tutti i presenti. E se, come recita Tennessee Williams, “death is one moment and life is so many of them”, la risposta alla solitudine sembra essere solo una (sottolineata dalla band): la musica, quella in grado di risvegliare i sensi, riscaldare il cuore, portare il sorriso e il buonumore, nonché unire gli animi. Seguendo un filo logico da copione, ma anche improvvisando a tratti, tra ottoni, piano e archi, l’atmosfera è subito risultata piacevole al pubblico che l’ha ben accolta e non ha elemosinato applausi per questi giovani musicisti che hanno saputo far apprezzare il jazz anche a chi, forse, del genere non è molto avvezzo. E tra metateatro, quarta parete infranta, sedute informali sul boccacena, dinamici dialoghi con la platea e musica all’ultimo respiro (non si sono risparmiate gare tra sax, tromba e trombone), Sammy Miller and The Congregation hanno saputo conquistare, dopo Perugia (2016), anche la città di Terni, risultando essere in scaletta, a nostro parere, quali i protagonisti più briosi ed energici di questo primo round della kermesse nel comune umbro.