Una serie di appuntamenti che spazieranno dalla rivisitazione di classici alle nuove produzioni, dalla danza alla commedia, senza dimenticare temi sociali attuali per il nuovo cartellone in scena al teatro Morlacchi di Perugia a partire dal prossimo mese di ottobre. A presentarli il direttore Franco Ruggieri e il presidente Brunello Cucinelli durante un’anteprima ai piedi di Solomeo

di Francesca Cecchini

Una stagione dalle mille sfumature, aperta cioè ad ogni tipologia di spettatore, quella che andrà in scena dal prossimo 4 ottobre al 25 marzo al teatro Morlacchi di Perugia. La presentazione del Teatro Stabile dell’Umbria ieri (5 giugno) in “casa” Cucinelli a Solomeo dove Brunello Cucinelli e Federica Benda hanno ospitato giornalisti e operatori culturali curiosi di conoscere gli spettacoli che andranno a formare il cartellone 2017/2018. Si inizia, dunque, con un classico di Eduardo De Filippo – ferma la decisione, come sempre, del presidente del TSU di unire la tradizione all’innovazione portata dal teatro sperimentale – Filumena Marturano, per la regia di Livia Cavani su musiche originali di Teho Teardo, che vedrà in scena un nutrito cast di attori accanto a Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleijeses. Nel dramma della storia d’amore di Filumena, che rifiuta di rivelare all’amante quale dei tre figli da lei messi al mondo sia suo, De Filippo dichiarava di aver inteso rappresentare un’allegoria dell’Italia lacerata e in larga misura depauperata anche moralmente e prefigurarne la dignità e la volontà di riscatto (dal 4 all’8 ottobre). Si prosegue con il ritorno al Morlacchi dell’accoppiata Stefano Massini e Ottavia Piccolo con Occident Express (Haifa è nata per star ferma) dal 18 al 23 ottobre. Nella pièce, nuova produzione dello Stabile, l’incredibile storia di una donna anziana di Mosul che nel 2015 intraprese un viaggio di fuga con la nipotina di quattro anni: un percorso di cinquemila chilometri lungo la cosiddetta “rotta dei Balcani”, dall’Iraq fino al Baltico. “Il portare certe storie fino al cuore della provincia italiana – asserisce Massini – credo sia una delle più alte testimonianze di pratica e di militanza culturale e civile che oggi si possano vedere. Trovo che gli attori oggi siano, ancora prima che delle figure artistiche, degli eccezionali operatori civili. Ottavia, secondo me, incarna questo assioma nel migliore dei modi”. Torna dal 1 al 5 novembre la produzione targata TSU L’ora di ricevimento con Fabrizio Bentivoglio e gli attori della Compagnia dei Giovani del Teatro Stabile dell’Umbria. Sul palco la realtà della banlieue francese si confronta nell’aula del professor Ardeche. Un luogo, la scuola, che è scenario di vita reale degli allievi e delle loro famiglie tra problemi quotidiani e difficoltà di integrazione culturale e razziale. Sempre a novembre, dal 10 al 12, arriva a Perugia uno degli attori contemporanei più interessanti del momento, Leonardo Capuano, che sarà protagonista dello spettacolo Il libro di Giobbe che ripercorre la storia di Giobbe (Vecchio Testamento) trasformandola, però, in un racconto contemporaneo. “Una delle tematiche fondamentali sulle quali lavoro praticamente da sempre – spiega il regista Pietro Babina – è il male che è nel mondo. Sono molto interessato a questo: l’uomo che in un certo senso si ribella al fatalismo della vita”. Altro classico (per la regia di Andrée Ruth Shammah) sul palco dal 21 al 23 novembre con Il malato immaginario di Molière. A vestire i panni di Argan, che spreca la sua vita fra poltrona, lettino, toilette e salassi, sarà Gioele Dix. Con lui il suo alter ego Antonietta, detta Tonina (interpretata da Anna Della Rosa), una cameriera tuttofare, che il padrone vive spesso come un incubo, super presente, impicciona che vede tutto e tiene in mano tutto, a partire dal destino dei padroni. Grande ritorno al Morlacchi quello di Massimo Popolizio e Umberto Orsini che, accompagnati da Giuliana Lojodice, porteranno in scena Copenaghen di Michael Frayn per la regia di Mauro Avogadro (6 e 7 dicembre). “Penso che sarebbe stato un errore imperdonabile – spiega Orsini – pensare di dar vita a una Compagnia teatrale che porti il mio nome senza pensare all’opportunità di rimettere in scena uno spettacolo come Copenaghen. Nato a Udine nel 1999, recensito dalla totalità della critica in maniera entusiastica, amato da un pubblico sempre numerosissimo, visto come un evento dai teatri delle maggiori città, sorprendente per la costante attualità del tema trattato, che si vorrebbe più di così? E allora, e non so se sarà l’ultima, ancora una volta Copenaghen”. Dal 15 al 17 dicembre il cartellone prosegue con il “dramma di pensiero in tre atti” di Lucia Calamaro La vita ferma: sguardi sul dolore del ricordo. Un dramma di pensiero. Un racconto che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei morti, il loro modo di esistenza in noi e fuori di noi. Uno spettacolo sorprendente e delicato, poetico e commovente. A chiudere il sipario sul 2017 (dal 27 dicembre al 1 gennaio) sarà L’anatra all’arancia da un testo di William Douglas Home, per la regia ed interpretazione di Luca Barbareschi. Lo spettacolo rimanda al pubblico la storia universale di un uomo e di una donna e di come il protagonista si inventi un modo per riconquistare la moglie (Giulia Nocese) che lo ha tradito e che amava, architettando un piano per dimostrarle che lui è il suo unico amore anche dopo venticinque anni. “Questa è una commedia perfetta per stare insieme durante le feste – commenta Barbareschi – vi garantisco divertimento e compagnia. Spero voi facciate compagnia anche a me perché io sarò a Perugia, totalmente immerso nella Perugia dei cittadini ma anche degli studenti che spero di avere numerosi a teatro per passare una serata memorabile, soprattutto, quella del 31 dicembre”. Il 2018 si apre con uno spettacolo tratto dal film di Woody Allen, Mariti e mogli, interpretato da Monica Guerritore (che ne riadatta anche il testo) e Francesca Reggiani. Una notte tempestosa fa da scenario ad una serie di personaggi costretti da tuoni e lampi in una sala da ballo che con il passare del tempo si riempie di storie, oggetti e musica, pianti, amori e liti. Insofferenze, tradimenti e desideri vengono man mano rivelati, mentre (in segreto) ogni personaggio si apre a improvvise confessioni fatte al pubblico per averne comprensione e approvazione (dal 12 al 14 gennaio). Vincitore del prestigioso Prix Molières nel 2014, ad andare in scena il 17 e il 18 gennaio sarà Il padre di Florian Zeller con Alessandro Haber e Lucrezia Lante Della Rovere. Con sorriso e ironia Zeller ci mostra lo spaesamento di Andrea colpito dal morbo di Alzheimer e la sua progressiva degenerazione che getta nella costernazione la figlia Anna. Seppur tragica per la crescente mancanza di comunicazione causata dalla perdita di memoria, la situazione viene affrontata con leggerezza, coinvolgendo lo spettatore in un turbinio di intense emozioni. Spazio alla danza il 27 e il 28 gennaio con Aterballetto e Bliss, nuova creazione realizzata da Johan Inger sulle musiche del noto Concerto di Colonia di Keith Jarret, vincitrice del Premio Danza&Danza 2016 come “Produzione italiana dell’anno”. Vetri rotti di Arthur Miller porterà sul palco del capoluogo umbro Elena Sofia Ricci, Gian Marco Tognazzi e Maurizio Donadoni. Nella Brooklyn del 1938 la casalinga ebrea Sylvia viene improvvisamente colpita da un’inspiegabile paralisi agli arti inferiori. Il medico Herry, suo coetaneo e conoscente, è convinto della natura psicosomatica del male e, al tempo stesso, è sentimentalmente attratto dalla donna, mentre il marito, Phillip, non riesce ad accettare quanto sta accadendo. Ben presto emerge che Sylvia è ossessionata dalle notizie delle persecuzioni contro gli ebrei in Germania, ma forse l’angoscia della protagonista per quegli avvenimenti si somma ad altre fonti di frustrazione ed inquietudine (dal 7 all’11 febbraio). Il 15 e il 16 febbraio sarà la volta degli esplosivi Chicos Mambo con la loro nuova, stravagante, scatenata ed esilarante creazione, Tutu, che si dipana in venti quadri in cui tornano alla memoria le icone del balletto, della danza contemporanea, dei balli di sala, dell’acrobazia e dello sport con i loro tic e vezzi. Più di quaranta i personaggi incarnati con trasporto dai sei interpreti immersi in un universo fantastico e teatrale. Cast tutto al femminile per Calendar Girls di Tim Firth (dal 21 al 23 febbraio) che vedrà in scena Angela Finocchiaro, Laura Curino, Ariella Reggio, Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro, Elsa Bossi, Marco Brinzi e Noemi Parroni, dirette da Cristina Pezzoli, nella commedia cult che ci riporta ad un fatto realmente accaduto alla fine degli anni Novanta in Inghilterra. Un gruppo di donne di mezza età di un’associazione femminile legata alla chiesa, realizza un calendario di nudi artistici per una raccolta di beneficenza. Il Morlacchi accoglierà poi, dal 28 febbraio al 4 marzo, la “prima volta” sul palco per Asia Argento che, con Filippo Dini, che ne firma anche la regia, si cimenterà in Il segreto della vita di Anna Ziegler. La Argento vestirà i panni della scienziata Rosalind Franklin, riportando in scena gli ultimi anni della sua vita. “Mi sento veramente come lei – commenta la Argento – Penso di aver vissuto delle situazioni simili come donna, come essere creativo. Anche Risalind veniva chiamata “dark lady” perché era una donna difficile, intelligente, con delle idee molto chiare, incapace di stare al mondo con gli altri, dedita completamente al lavoro, come è stata la mia vita. Ho fatto solo questo in realtà nella mia vita: ho sempre e solo lavorato, fin da quando ero bambina. Sicuramente è il più bel personaggio che abbia mai interpretato”. Appuntamento brioso dal 7 all’11 marzo con Piccoli crimini coniugali di E. Emmanuel Schmidt che vedrà protagonisti Anna Bonaiuto e Michele Placido. Gilles e Lisa vivono da quindici anni un apparente e tranquillo ménage familiare. Lui, scrittore di gialli, non è un grande fautore della vita a due. Lei, moglie fedele, è invece molto innamorata e timorosa di perdere il marito, magari sedotto da una donna più giovane. Si ritorna alla danza il 14 marzo con la Compagnia Zappalà Danza in Instrument Jam su coreografie e regia di Roberto Zappalà che rilegge la Sicilia attraverso il suo impetuoso linguaggio scenico e tre strumenti: il marranzano (o scacciapensieri), l’hang e i tamburi, affidati al virtuoso Puccio Castrogiovanni affiancato da Arnaldo Vacca (tamburi e han). A Marco Paolini e al monologo Le avventure di Numero Primo, viaggio nel nostro prossimo, fantascientifico futuro, sarà affidata la conclusione della stagione dal 23 al 26 marzo.