Una restituzione personale di “Tristessa”, prostituta tossicomane dalla vita miserabile amata da Jack Kerouac, in scena a Perugia nel recital che vede protagonista Carolina Balucani e il maestro Mirco Bonucci. Un dialogo tra musica e parole nel Messico degli anni Cinquanta

di Francesca Cecchini

“Angeli della desolazione”, questo il titolo del recital in scena sabato 10 febbraio (ore 21) alla sala Cutu di Perugia, nell’ambito della stagione Indizi di Teatro di Sacco. Sul palcoscenico una fiaba acustica, che vedrà protagonisti due artisti d’eccellenza come Carolina Balucani e Mirco Bonucci, sul tema dell’evasione che Jack Kerouac ha voluto da quell’America troppo rigida, attraverso il sogno del Messico e un percorso di autodistruzione che perseguì, con ostinazione e determinazione, fino alla propria fine.

Tratto dal libro di Kerouac “Tristessa” la storia parla di una prostituta tossicomane dalla vita miserabile, donna meticcia di Città del Messico, che fu molto amata dal protagonista e rappresenta ciò che del Messico lo scrittore, considerato padre della Beat Generation, conosceva: fascino, miseria, pericolo. Il narratore sogna romanticamente di salvare la donna con la forza del proprio amore, ma dovrà scontrarsi non tanto con altri uomini innamorati di Tristessa (vero nome Esperanza), quanto con un rivale imbattibile, la morfina.

La pièce rimanderà al pubblico un vero e proprio dialogo tra musica e parole. La formula del recital è stata infatti scelta, ci spiega Carolina Balucani, perché “La lettura avviene all’interno di sostanziose parti musicali che non sono di accompagnamento”, una sorta di ‘concerto sul testo’. Questo anche perché per la Beat Generation il termine ‘beat’ si traduce in suono, battuta, quindi, ‘musicalità delle parole’.

La narrazione “Riprende dei brani della cultura musicale degli anni Cinquanta e Sessanta. In più ci sono altre musiche che abbiamo individuato noi e che rientrano in questo immaginario di Kerouac”. Brani che rivolgono lo sguardo non solo al Messico, ma anche alla “sua” America, ai suoi viaggi. “Non è una musica di adesione al testo, ma una musica che aggiunge. Inoltre, il testo è scritto come una battuta musicale”.

Sul palco si alterneranno i due protagonisti del libro. La Balucani non solo leggerà (in prima persona singolare) Kerouac – interpretando lui – ma restituirà agli spettatori anche “la presenza viva di Tristessa”, personaggio che l’attrice e autrice teatrale vede e interpreta come fosse “uno degli angeli della desolazione” dell’omonimo libro. Una prostituta messicana tossicomane, morfinomane, che nell’immaginario di Kerouac riesce ad essere beatificata. E la beatificazione avviene in chiave religiosa. “Amo molto Kerouac per questo. Per lui ‘beat’ significava, oltre che battuta, ‘beato’. Ciò non è un caso perché la sua scrittura ha un sottobosco di religione cattolica e buddista”. Un sottofondo che emerge chiaramente nell’operazione che realizza per restituire a questi personaggi una certa dignità. Lo scrittore sembra infatti purificare queste figure ai margini della società americana. A Tristessa, donna che ha amato senza mai sfiorare con un dito, come accadde alla Beatrice di Dante, dedica una monografia, un intero romanzo.

La cosa interessante è “Il momento storico in cui si inserisce questo moto di ribellione, dal dopoguerra alla Guerra Fredda. In qualche modo Kerouac racconta il disagio quotidiano di queste figure borderline che si vanno a scontrare con il sogno americano”. Figure che rappresentano coloro che “cadono per terra” nel momento in cui si fa propaganda del suddetto sogno.

Ciò che vedremo in scena è la personale restituzione del testo dei due artisti, Carolina Balucani e il gran maestro Mirco Bonucci.