Di Claudio Bianconi
Il mondo della danza spesso è relegato ai margini, ma l’arte coreutica è una delle più articolate ed espressive e spesso svolge anche un importante ruolo politico e sociale. E’ il caso di “Prelude to Persian Mysteries” dell’iraniano Sina Siberi, un progetto che va alla ricerca di possibili percorsi tra un passato invisibile e un presente frammentato. Si basa sulla musica tradizionale persiana, sugli antichi rituali persiani dell’era zoroastriana e sulle nozioni spirituali del libro di Avesta. In termini di movimento, cerca di esplorare e scoprire come potrebbe essere oggi la danza persiana contemporanea a partire dal vuoto di 40 anni nell’esistenza di questa forma d’arte in Iran. La performance ha la forma di un rituale e costituisce la prima fase di un progetto in divenire. Questa creazione è stata presentata per la prima volta a Teheran nel marzo 2016 come una delle opere del primo festival iraniano “Body Movement”, avviato dal collettivo di artisti MaHa, e successivamente a Beirut all’interno di Moultaqa Leymoun/Arab dance platform 2016. A questo sono seguite numerose repliche in altri paesi”.
“Prelude to Persian Mysteries” insieme a “Green Leaves Are Gone”, frutto di un percorso nato nel 2015 dall’incontro tra coreografi italiani ed egiziani, rientrano nell’ambito di Focus Young Mediterranean and Middle East Choreographers, il progetto atto a favorire la conoscenza e lo scambio di pratiche performative tra gli artisti stranieri e le realtà del territorio italiano legate al mondo della danza.
Dal 9 settembre sino a domani (14 settembre) Anghiari Dance Hub, Centro di Promozione della Danza, ospita infatti la residenza artistica di Tommaso Monza, Giovanna Rovedo e Ibrahim Abdo, coordinata dalla tutor Ornella D’Agostino, coreografa specializzata nei linguaggi di danza delle aree del Mediterraneo, mentre venerdì 14 settembre, la 34^ edizione del Premio Pieve Saverio Tutino ospiterà rispettivamente le performance dell’iraniano Sina Siberi Prelude to Persian Mysteries e di Monza, Rovedo e Abdo.
In Persian Mysteries Sina Saberi inizia il suo lavoro accendendo le candele una per una, poi scompare nel buio. Quando torna alla luce, è rannicchiato sulla schiena. Poi si dispiega lentamente e inizia a ballare. Cerca quindi di appropriarsi dello spazio, sempre più ampiamente, sempre più rapidamente, in movimenti vicini a una strana preghiera, accompagnati da crepitii e musica persiana. In questo misterioso assolo, Sina Saberi cerca un percorso tra un passato invisibile, fatto di musica tradizionale persiana e di rituali dell’era zoroastriana (che era la religione dell’Iran fino alla sua islamizzazione, nel settimo secolo) e un oggi frammentato, ferito, dal momento che la danza persiana è stata bandita nel suo paese per quaranta anni. C’è la volontà di riconnettersi con un passato ricco, in parte oscurato dopo il 1979, e la rivoluzione iraniana, per esplorare il movimento e il corpo di oggi.