Il Museo del Somaro nasce in Umbria a Gualdo Tadino, da una idea di Nello Teodori e vede la luce per la prima volta nel suo studio, a Perugia nel 1999 e da oggi avrà una sede istituzionale e permanente in un palazzo medievale, di proprietà del Comune, recentemente restaurato

L’apertura di un centro d’arte contemporanea è sempre un evento a cui guardare con attenzione. Stupisce che sia ancora una volta la provincia italiana a regalarci progetti di grande interesse e ricerca come “Il museo del somaro”, un museo sui generis dedicato interamente all’ animale citato, una grande metafora, un grande affresco, una sorta di grande architettura collettiva. Il Museo del Somaro nasce in Umbria a Gualdo Tadino, da una idea di Nello Teodori e vede la luce per la prima volta nel suo studio, a Perugia nel 1999 e da oggi avrà una sede istituzionale e permanente in un palazzo medievale, di proprietà del Comune, recentemente restaurato. 

Il Museo del Somaro è un tributo a questo animale, una figura che meriterebbe, per le sue tante qualità, di essere apprezzata e meglio curata. L’articolato allestimento museale appare come una grande metafora, un affresco a più mani, un luogo dove interrogarsi e riflettere sulle contraddizioni dell’esistenza umana, laddove valori e qualità reali spesso vengono sopraffatti e umiliati… come l’asino.

L’essenza della “somaritudine” è proprio nell’appartenenza alle minoranze e nella sua “vocazione del Bastian contrario, pronto a schierarsi contro le definizioni maggioritarie, attratto, forse, da un mondo alla rovescia” (Paolo Portoghesi). Un animale buono e testardo – come scrive Goffredo Fofi – qualità che ci affascinano, di cui si avrebbe bisogno oggi. Il mondo deve riscoprirsi asino, ha scritto qualcuno, saggio quanto un asino.

“Il somaro è un vero e proprio animale simbolico dei nostri tempi. Passato di moda, inattuale e inutile rispetto ad una società post-industriale, continua ad esistere e a opporre la sua testardaggine alla fatalità della propria estinzione. Malgrado tutto è ancora tra di noi. E sta abbastanza bene in salute… Incarnazione del mito dell’artista moderno e contemporaneo, quella del somaro. Esaurita, espansa, morta, l’arte continua testardamente a esistere e a manifestare la propria esistenza come qualcosa di irriducibile alla propria estinzione. Per quanto si voglia immaginare che l’arte abbia dissolto la sua identità (e manifestato la propria inattuale inutilità) nel cinema, nei fumetti, nel design, nella tv, nel web e quant’altro… Ancora, prima o poi ci si imbatte in qualcosa – qualsiasi cosa sia – che non si può chiamare in altro modo che ARTE”. (Francesco Galluzzi)

Nel Museo del Somaro sono presenti circa cento opere di artisti visivi, ma anche contributi provenienti dal mondo dello spettacolo, della letteratura, della critica, della scienza, della politica.