Sempre alla scoperta degli angoli più belli del Lazio, abbiamo scelto il borgo di Maenza come un candidato silenzioso per una passeggiata che sa di piccole cose, di valori perduti

di Elisabetta De Falco

Con poco più di tremila abitanti, il paesino conserva intatto la struttura tipica della cittadina medievale che si sviluppa intorno alla rocca. Si pensa sia sorto come insediamento originato dalla dispersione della popolazione dell’antica Privernum. Nel corso dei secoli Maenza fu dominata da diverse famiglie nobiliari, a cominciare dai Ceccano, i primi di cui si ebbe notizia. Oggetto di distruzione e poi di interesse, il trascorso di Maenza è piuttosto turbolento, ma di certo mai noioso. Il suo nome è legato a quello di San Tommaso d’Aquino, grande filosofo che proprio qui compì il suo primo miracolo. Pochi ma suggestivi i simboli di Maenza. Tra questi il Castello Baronale che nacque intorno al 1100 come torre di avvistamento. Successivamente fu abitato dalle famiglie che si sono succedute alla guida del piccolo paese pontino. Subì diverse modifiche, fino a quelle più importanti apportate nel 1500 quando venne definitivamente adibito a residenza ampliando la torre di avvistamento e trasformandola nell’attuale Palazzo Baronale. Altro angolo da non perdere, la piazza coperta di origini medievali che sorge in prossimità della Porta Maggiore, uno degli accessi al borgo medievale di Maenza. In tempi lontani la Loggia dei Mercanti è stata utilizzata anche come mercato, da qui il suo nome. Oggi, invece, è utilizzata per incontri e manifestazioni, oltre che come scorcio preferito da romantici e sognatori per ammirare lo splendido panorama sulla pianura pontina. 

La vita a Maenza è quella del tipico borgo, scandita da silenzi e ritmi lenti. L’odore prevalente è quello del sugo sul fuoco e le poche, rassicuranti voci udibili provengono dai suoi abitanti che salutano vicini e forestieri in modo cordiale ma discreto. I bambini al ritorno da scuola si accordano su come passare il pomeriggio, tra chiacchiere e giochi in casa. 

Il borgo prende vita in poche occasioni durante l’anno. Tra queste, l’evento più atteso è quello della Sacra Rappresentazione della Passione di Cristo, una tradizione che risale alla fine degli anni Sessanta. Da allora, uomini e donne, adulti e bambini partecipano a questa festa pasquale. Un corteo di oltre 400 persone con costumi d’epoca, scenografie e imponenti colonne sonore riportano indietro nel tempo e trasformano Maenza in una piccola Gerusalemme.