“Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina”.
Lo scorso 26 settembre 2019, nel cuore del centro storico di Napoli, è stata inaugurata Andy Warhol, una mostra spettacolare su colui che fu pittore, grafico e regista statunitense (1928- 1987). Personalità ossessiva ed eccentrica, Warhol fu tra i più significativi esponenti della Pop Art.
di Teresa Lanna
“Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada. Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina”. Questa frase di Warhol ben si confà alla straordinaria quantità di foto esposte in mostra. Ma non si tratta solo di fotografie. Presso la Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, e fino al 23 febbraio 2020, sarà possibile ammirare oltre 200 opere dell’artista statunitense, con un’intera sezione dedicata all’Italia ed un focus sulla città di Napoli.
“Warhol, con le sue opere, prova a dare un senso a ciò che lo circonda. Quest’aspetto mi ha spinto ad ospitare un artista come lui in un luogo sacro come questo”,
ha affermato, nel corso della conferenza stampa, Mons. Vincenzo De Gregorio, Rettore della Basilica. D’accordo con lui Gaetano Daniele (assessore alla Cultura del Comune di Napoli):
“ ‘Popolare’ e ‘seriale’ non vuol dire necessariamente ‘banale’. Può anche essere inteso come qualcosa che dura ed ambisce a restare. Warhol è stato in questa città, se n’è fatto portavoce. Tutto il mondo lo ama, ma Napoli in modo particolare”.
Entusiasti dell’esposizione anche Raffaele Iovine (presidente Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS), il collezionista Eugenio Falcioni, il curatore Matteo Bellenghi e la presidente del gruppo Arthemisia Iole Siena, che ha affermato:
“Sono innamorata di Napoli; quella che si sente qui è una vita, un cuore pulsante che raramente si trova altrove. Questa è la seconda mostra che presentiamo alla Pietrasanta e ringrazio tutti coloro che ci permettono di realizzare una sorta di ‘magia’ in un luogo sacro come quello che ospita questa mostra straordinaria”
Tante le opere scelte, che regalano al pubblico una visione completa della produzione artistica del genio americano che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte a partire dal secondo dopoguerra. Immortali icone, ritratti, polaroid e disegni di un artista che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente, attraverso miti dello Star System e del merchandising, come le intramontabili Campbell’s Soup, il ritratto serigrafato di Marilyn derivato da un fotogramma di Gene Korman, le celebri serigrafie di Mao del 1972 ed il famosissimo Flowers del 1964. Accanto ad opere che raccontano la scena americana agli inizi del ‘900, nel capoluogo campano sono arrivati anche lavori che rivelano il rapporto di Warhol con l’Italia ed un focus sulla città di Napoli col suo Vesuvius del 1985 ed il Ritratto di Beuys, realizzato nel 1980 in occasione della mostra tenutasi presso la Galleria Amelio. L’esposizione ospita, tra le altre opere, gli immancabili ritratti di grandi personaggi, figure storiche che il genio di Warhol e la sua arte hanno trasformato in leggende contemporanee: i volti di Man Ray, Keith Haring, Edvard Munch, Lenin, Giorgio Armani ed un rarissimo ritratto della Monna Lisa realizzato con inchiostro serigrafico su pergamena nel 1978. E ancora Liz, la serie Ladies and Gentlemen e i suoi Self portrait, per poi passare al legame con il mondo della moda e della comunicazione.
Ad arricchire la mostra una sezione di disegni che accoglie alcuni rari esempi degli anni ‘50 derivanti dalla fase pre pop di Andy Warhol, come raffigurazioni di anelli, orecchini e gemme provenienti dal suo primo lavoro di illustratore, poco conosciuta dal grande pubblico.
Ampio spazio è dedicato ancora al rapporto tra Warhol e il mondo della musica: insieme ad alcune delle più memorabili cover progettate e realizzate come The Velvet Undreground & Nico, sono esposti i ritratti di Mick Jagger, Miguel Bosè, Billy Squier.
Fondamentali per la comprensione del modus operandi ‘warholiano’ sono le polaroid e gli acetati fotografici utilizzati per la successiva realizzazione dei ritratti: esposte icone del mondo del cinema come Arnold Schwarznegger, Silvester Stallone, Alba Clemente; del mondo musicale quali Grace Jones, Mick Jagger, Ron Wood, Stevie Wonder. Dall’ambito moda non mancheranno Gianni Versace, Valentino, Jean Paul Gaultier e ultimi ma non meno importanti i celebri Self Portrait dalla parrucca color argento.
L’esposizione si avvale del patrocinio del Comune di Napoli ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, sotto l’egida dell’Arcidiocesi di Napoli, in sintonia con la sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, Scuola di Alta Formazione di Arte e Teologia, con la Rettoria della Basilica di S. Maria Maggiore alla Pietrasanta e con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS. Prodotta ed organizzata dal Gruppo Arthemisia ed Eugenio Falcioni, in collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus e Art Motors.
La mostra, tra le varie sezioni, prevede anche il ‘Pop Garden’, una video installazione mirror room ispirata ai famosi Flowers di Andy Warhol, con fiori, videomapping, specchi, musica dei Velvet Underground e Rolling Stones. Una ‘stanza’ veramente originale, allestita e curata da Art Media Studio Firenze.
Foto di Marinella Pompeo