Tre spettacoli per la nuova (mini) stagione del Metastasio di Assisi curata da Athanor Eventi, già fautori della rassegna a Lugnano in Teverina, vedranno in scena attori noti, commedie brillanti a partire dal prossimo mese di gennaio con Barbara De Rossi e Francesco Brachetti
di F.C.
Un importante attrattore culturale in pieno centro storico ad Assisi, questo rappresenta lo storico teatro Metastasio. Un teatro che l’amministrazione comunale sta cercando di riportare in auge con alcune iniziative, tra cui “Inverno a Treatro”, ministagione di prosa a cura di Athanor Eventi che prenderà il via il prossimo 28 gennaio.
Inaugurazione affidata a Il bacio di Ger Thijs (ore 17.15). In scena la storia di un incontro (Barbara De Rossi e Francesco Branchetti). Una panchina, un bosco, dei sentieri, due vite segnate dall’infelicità, forse dalla paura ma che, in una sorta di magica “terra di mezzo”, arrivano a sfiorarsi, a toccarsi. Una donna che va alla ricerca del suo destino, un uomo che fa i conti con i suoi fallimenti e con la sua storia. In un paesaggio che evoca talvolta le stazioni di una Via Crucis dell’anima, tra i due nasce un sentimento magico, dove hanno spazio la leggerezza e il candore, la fragilità di due anime che fanno i conti con la propria vita e tutto sfocia in un sentimento struggente condiviso. L’amore è dietro l’angolo e i fantasmi e le paure a tratti si dileguano, per lasciare spazio ad un sogno vissuto in un’atmosfera magica a tratti apparentemente irreale.
Si passa poi alla commedia brillante il 10 febbraio (ore 21.15) con Lo zio in città, interpretata da Andrea Roncato, Angela Melillo, Moreno Amantini e Valentina Paoletti, testo e regia di Piero Moriconi. Lucio (Andrea Roncato) giunto ormai in un’età di bilanci in cui il passato irrompe con prepotenza, passa il suo tempo davanti allo specchio. Croce e delizia della sua vita. Allontanato dalla sua famiglia molti anni prima, partì da un paese del sud con una valigia piena di sogni e voglia di cambiamento. Nonostante la sua carriera di attore sia finita molto presto, l’evoluzione sociale e dei costumi fa si che finalmente possa esprimere liberamente la sua vera natura. Appena arrivato nella grande città viene aiutato e sostenuto dalla sua migliore amica Rossella, prostituta romana verace. Passano molti anni e la famiglia di Lucio lo cerca. Sua sorella gli comunica che sua nipote Catina sta per fare un viaggio in città e gli chiede ospitalità per la ragazza. Lucio non vuole rinunciare ad un’opportunità di ricongiungimento, ma non vuole nemmeno che la sua famiglia scopra quale tipo di vita è la sua. Così chiede a Rossella di aiutarlo ad inventare una vita diversa. Ma tutto precipita perché Catina è troppo curiosa e invadente.
A chiudere il terzetto di spettacoli il 25 febbraio (ore 17.15) sarà Disorient Express con Cinzia Leone e Francesco La Mantia, per la regia di Fabio Mureddu ed Emilia Ricasoli. “Disorient Express – racconta la Leone – non è la storia di un treno che non sa dove andare, è una fotografia di gruppo in cui ci siamo tutti e tutti abbiamo un’espressione visibilmente disorientata. Siamo disorientati, sì. Ci aggiriamo nel mondo con l’espressione di nonna nella foto di Natale, scattata dopo che l’hanno rimbambita cercando di farle ricordare i nomi di tutti e trentasei i nipoti. E come può non essere disorientata un’umanità travolta ogni minuto da un cambiamento? Come possiamo essere sicuri di noi stessi e della realtà che ci circonda se ad ogni notizia sentita in televisione possiamo trovare contemporaneamente la smentita su Internet? Come possiamo rilassarci con lo zapping, se, anche potendo scegliere tra centinaia di canali, troviamo ovunque la stessa cosa: gente che canta o che cucina? Per raccontare tutto questo in uno spettacolo, per fotografare questa moltitudine di facce disorientate, ho deciso di farmi disorientare anche io proprio mentre faccio lo spettacolo. Come? Ve lo racconto. Io nello spettacolo sono proprio io, Cinzia e ho proprio la parte di un’attrice che fa uno spettacolo. Che spettacolo? Uno spettacolo contemporaneo, che viene aggiornato in tempo reale: proprio come avviene nei programmi in diretta, una redazione, costantemente connessa al mondo esterno, aggiorna e modifica gli argomenti e i contenuti dello spettacolo. Infatti, proprio mentre faccio lo spettacolo interviene un autore che, entrando in scena, mi informa che quello che ho appena detto è stato smentito da qualcuno o da qualcosa e che quindi bisogna dire o fare qualcos’altro. Vi sembra fico? A me no. È un delirio. In una realtà come questa, aggiornarsi significa smentire sé stessi continuamente… Credetemi sulla parola, la realtà vista così è destabilizzante e comica allo stesso tempo perché i cambiamenti e le contraddizioni continue la rendono invisibile. È per questo che siamo disorientati, perché non vediamo più la realtà”.