La XII edizione di Cenando Sotto un Cielo Diverso, causa mal tempo, slitta di un giorno e da appuntamento a domani, martedì 29 settembre sempre a Villa Alma Plena (Caserta) con lo stesso format.
L’evento di “Cenando Sotto un Cielo Diverso”, previsto per questa sera, è stato posticipato a domani, martedì 29 settembre, con la collaborazione della struttura, degli ospiti e di tutti i partecipanti, per continuare a dare omaggio a quella che è la natura e la filosofia della manifestazione: un connubio di solidarietà, eccellenza del food e promozione del territorio.
A pochissime ore dalla XII edizione di “CENANDO”, la kermesse che ha visto un crescendo di progetti di solidarietà e la presenza di tanti personaggi regalando edizione dopo edizione tante emozioni, rendedola eccellenza nel panorama sociale, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere meglio l’ideatrice e la fondatrice del progetto, Alfonsina Longobardi, psicologa, sommelier ed esperta di food & beverage, una persona semplice, allegra, solare, generosa e altruista.
Alfonsina, com’è arrivata a “CENANDO”?
CENANDO nasce da due mie passioni, il mondo del food unito a quello del sociale. Il progetto nasce nel 2013 quando avevo il ristorante “Nonna Giulia”, li iniziai ad aiutare il figlio di alcuni amici, un ragazzo affetto da sindrome schizofrenica, veniva da me durante il fine settimana e viveva con noi la giornata al ristorante, dava una mano in cucina e in sala.
Dopo diverse settimane la mamma, emozionata, mi disse che la psichiatra che lo aveva in cura, aveva tolto un medicinale al ragazzo perchè lo vedeva migliorato. Lei raccontò l’esperienza del figlio al mio locale e così i medici mi vollero conoscere. Facemmo una serata insieme a tutto il gruppo del reparto igiene mentale, vennero altri 5 ragazzi e creai un’associazione, dietro l’incoraggiamento dei loro genitori.
Quando parliamo di cibo e sociale, di cosa stiamo parlando?
Il cibo è un collante che accomuna, è convivialità, è a tavola che ci si rilassa ed è li che viene fuori un po’ chi siamo.
Secondo Lei, come la gastronomia può risolvere i problemi sociali?
La gastronomia non risolve i problemi sociali, ma aiuta all’inserimento in un mondo lavorativo, aiuta la socializzazione, attraverso i laboratori con i ragazzi affetti da disagio psichiatrico. Con il tempo ho notato che il cibo li appassionava, li incuriosiva, aiutare in cucina li rendeva partecipi ed era importante, si sentivano parte di un progetto; inoltre si lavorava sulla percezione sensoriale attraverso la manipolazione del cibo.
E poi, entrare in un ristorante per svolgere delle mansioni risultava loro più divertente, non era come entrare in un centro per fare terapia. Quindi ritengo che i laboratori di food, possano portare diversi benefici, come l’inclusione sociale.
Cosa sognava di fare da grande?
Sognavo di fare il medico, quando esternai questo desiderio a mio padre, preso dall’entusiasmo – forse di ritrovarsi un medico in casa – andò a comprarmi un’enciclopedia medica. Avevo solo 8 anni, incuriosita iniziai a sfogliarla, ma vedendo foto di operazioni a cuore aperto e tanti altri interventi, rimasi colpita dalle illustrazioni che vedevo e mi resi conto che forse avevo esagerato.
Conservo ancora quell’enciclopedia con tanta cura, mi ricorda mio padre, che ora non c’è più.
Qual è il suo piatto del cuore?
In realtà non ho un piatto del cuore, forse è più corretto dire “i piatti del cuore”, amo mangiare bene e bere meglio, adoro le linguine agli scampi con pomodorini e il pane caldo con la mortadella… mi fa impazzire!
Cosa pensa di sè?
Amo donare, ma mi allontano quando mi accorgo che approfittano della mia bontà. Aiutare gli altri mi riempie di gioia, è come se dovessi portare avanti una missione tramandata da mio padre. Lui ha sempre aiutato le persone in difficoltà, sono cresciuta con questa predisposizione. Tendere la mano è un gesto che rientra nella mia quotidianità, anche se spesso mi accorgo che non tutti hanno la stessa attitudine. L’esperienza di “CENANDO”, per fortuna, mi ha dimostrato che c’è ancora tanta solidarietà e voglia di aiutare chi è meno fortunato, lo dimostra il fatto che l’evento, negli anni ha visto crescere la partecipazione e la condivisione di sempre più presenze.