DI Daniele Cherubini
Dott. commercialista revisore dei conti collaboratore di Sinergie studio associato
In quest’ultimo decennio, caratterizzato da un graduale mutamento del sistema economico (o dalla “crisi”, se si preferisce aderire ad una visione più semplicistica), il difficile accesso al credito bancario da parte delle PMI è diventato un tema di grande attualità.
In questo contesto assume grande importanza il giudizio sull’affidabilità dell’Impresa, giudizio che viene espresso attraverso il rating, il quale non è altro che la probabilità – misurata dalla Banca – che in capo all’Impresa possa verificarsi un evento negativo (l’insolvenza) in grado di danneggiare gli interessi economici della Banca stessa.
Vi è una ragione fondamentale per cui occorre procedere alla misurazione di tale rischio, cioè all’attribuzione del rating, e la ragione è che quando si chiedono soldi alla Banca, questa dovrà accantonare una somma che è proporzionale alla misura del rischio “percepito”.
DIVERSE SONO LE LEVE MANAGERIALI ATTIVABILI DALL’IMPRESA PER MIGLIORARE SENSIBILMENTE IL PROPRIO RATING
Ciò è previsto dai c.d. Accordi di Basilea i quali, nelle varie versioni succedutesi nel tempo, sostanzialmente stabiliscono i criteri che le Banche devono adottare per calcolare i propri requisiti patrimoniali minimi, in stretta relazione ai rischi inerenti la loro attività. Da qui si innestano tutta una serie di considerazioni in merito alle strategie che ciascuna Impresa può mettere in atto per ridurre sensibilmente – in fase di negoziazione – non tanto il rischio in sé quanto quello percepito dalla sua controparte: la Banca.
Diverse sono le leve manageriali attivabili dall’Impresa permigliorare sensibilmente il proprio rating; esse consistono sostanzialmente nel monitorare attentamente i seguenti quattro aspetti, ad ognuno dei quali corrisponde una domanda:
- andamentale (esterno): com’è vista l’Impresa dal sistema bancario nel suo complesso? Oltre alla Banca a cui ci si è rivolti bisogna infatti considerare anche i leasing, i consorzi di garanzia, le altre Banche con cui si lavora, le garanzie reali e personali, ecc.
- andamentale (interno): com’è vista l’Impresa dalla Banca? E qui la Banca analizzerà il suo rapporto con l’Impresa, se vi sono stati problemi e per quali ragioni, nonché la gravità degli stessi;
- quantitativo: cosa dicono i numeri del bilancio? Questo è il cuore del problema. Sono analisi misteriose quelle fatte dalla Banca? Sì e no. Sì, perché non è dato sapere con esattezza come funziona il rating attribuitodalla Banca. No, perché comunque si può in qualche modo arrivare a prevederlo;
- qualitativo: com’è vista l’Impresa dal funzionario della Banca? Qui entrano in gioco tutte le informazioni mirate di vario tipo che l’interlocutore di Banca chiederà all’imprenditore nel momento in cui caricherà sul proprio sistema i dati dell’Impresa.
Presidiare questi quattro aspetti è la chiave per una proficua negoziazione finanziaria; senza addentrarci in aspetti più propriamente tecnici, possiamo comunque affermare che la recente trasformazione nel rapporto Banca-Impresa impone che in ogni negoziazione con la Banca oggi è più che mai necessario dimostrare di possedere un’adeguata cultura in materia finanziaria. In alternativa, diventa di cruciale importanza farsi affiancare da un Professionista in grado di supportare l’imprenditore nel costante monitoraggio delle sue variabili quali-quantitative e di assisterlo nelle varie scelte finanziarie strategiche che si possono presentare durante l’attività d’impresa.