La sua musica arriva insieme al suo sorriso; un vulcano che ti travolge con la sua esplosione di vitalità e simpatia. Lei è Dolcenera (pseudonimo di Emanuela Trane, ndr), una delle più belle voci della musica italiana. Da quasi vent’anni sulla scena musicale, ha pubblicato sei album in studio, una raccolta, due EP, 20 singoli e cinque colonne sonore. Le sue vendite sono state premiate con diversi dischi d’oro, di platino e multiplatino. Ha al suo attivo ben cinque partecipazioni al Festival di Sanremo.

di Teresa Lanna

Il 5 Luglio 2019 ha pubblicato il nuovo singolo “AMAREMARE”, da subito in rotazione radiofonica e disponibile su tutti i palinsesti. «Si tratta di un progetto artistico in collaborazione con GreenPeace, che ha fornito immagini per il videoclip della canzone. È un inno in difesa del mare da una delle minacce ambientali più gravi dei nostri tempi: l’inquinamento da plastica».

Dolcenera è testimonial del progetto di GreenPeace Plastic Radar 2019, il cui obiettivo è raccogliere segnalazioni fotografiche via whatsapp invitando i partecipanti, oltre che a segnalare la presenza di rifiuti in plastica in mare, sulle spiagge, nei laghi e nei fiumi, anche a raccoglierli e differenziarli in modo corretto.

«Io sono contenta di questo progetto perché respiro intorno a me una sorta di attenzione all’ambiente, soprattutto da parte dei giovani. Molti, però, non hanno ancora percepito che la plastica può fare grandi danni, quasi come l’amianto. Questo brano è stato anche un atto di coraggio in un periodo in cui non è facile mandare messaggi attraverso le canzoni».

La carriera di Dolcenera si apre ufficialmente nel 2003 con la vittoria alla 53a edizione del Festival di Sanremo con il brano “Siamo tutti là fuori”, che ha le sfumature tipiche della taranta salentina. Dolcenera ama spaziare tra vari generi; le chiedo se ce n’è uno che predilige in particolare:

«Io ho una forte predilezione per tutta quella musica che ha una marcata connotazione di radici primordiali, quindi mi piace la musica che ha dentro i tamburi, ma anche la parte gospel, più ‘spiritual’, che mi dà il sapore dei canti tradizionali e ricorda le origini, di cui bisogna sempre tener conto, anche quando si crea qualcosa di completamente diverso».

Nel 2008 la cantante apre il concerto di Vasco Rossi ad Ancona; le chiedo com’è stato collaborare con Vasco:

«Per me è stata un’esperienza molto particolare, soprattutto per il momento in cui l’ho vissuta, perché era il periodo in cui mi ero allontanata dalla televisione per fare i miei tre anni sabbatici scrivendo ed evitando tutta quella popolarità che la tv mi aveva dato. Volevo fare in modo, infatti, che il pubblico mi seguisse solo per la musica. Bene, in modo umile e sincero aprii il concerto col mio piano e come risultato  finale ottenni che il pubblico mi fece la ola. Vasco, che seppe del successo che avevo avuto, mi disse che in questo mestiere è importante essere bravi dal vivo e che io come donna ero la numero uno in Italia. Per me fu una cosa incredibile. Successivamente, venni chiamata ‘a rapporto’ e mi fece solo un piccolo appunto: essere un pochino più femminile… In effetti, all’epoca, ero un po’ troppo maschia» (ride, ndr.).

Il 2012 si apre all’insegna del Festival di Sanremo. Dolcenera è, infatti, tra i big protagonisti della 62° edizione, aggiudicandosi la finalissima della serata finale con la canzone di grande successo “Ci vediamo a casa”, che è il brano italiano più trasmesso dalle radio italiane per più di due mesi e ottiene il digital download d’oro in 4 settimane per poi aggiudicarsi il disco di platino. Riallacciandomi al titolo del brano, le chiedo quanto manchi ad un artista la tranquillità domestica, visto che trascorre la maggior parte del tempo fuori casa:

«A me, in particolar modo, manca sempre tanto. Non so perché. Ci sono alcuni artisti che vivono bene fuori, cioè si deprimono se stanno a casa. È come se esistessero solo se esiste la loro figura pubblica, nella maggior parte dei casi. Io sono l’opposto, invece; probabilmente per le priorità che do’ in questo mestiere. Per me la cosa più importante è scrivere le canzoni; e io le canzoni le scrivo a casa, non sul palco».

I brani di Dolcenera parlano spesso d’amore. Le chiedo se lei è un tipo romantico:

«Beh, sì, essenzialmente lo sono, ma dato che sto con la stessa persona da oltre vent’anni e per giunta lavoriamo anche insieme, il romanticismo è un po’ sullo sfondo, nel senso che ormai si parla solo di lavoro. In effetti, questo lavoro è invadente, quindi non smetti mai di farlo. Allora, diciamo così: la parte romantica la lascio alle canzoni» (ride, ndr.).

Foto di Gianfranco Carozza.