Il cambiamento alla portata di tutti: con “Fa’ la cosa giusta!” s’impara a creare il futuro agendo nel presente. Filippo Costantini ci guida alla scoperta della fiera del consumo consapevole più grande dell’Umbria
di Francesca Cecchini
Quarta edizione per Fa’ la cosa giusta! fiera del consumo consapevole in scena a Umbriafiere dal 6 all’8 ottobre. Nei padiglioni di Bastia Umbra saranno circa duecentocinquanta gli espositori che rappresenteranno i settori del vivere quotidiano a trecentosessanta gradi e che condivideranno con i visitatori il meglio dei prodotti e dei servizi innovativi per uno stile di vita (rigorosamente) sostenibile. Durante la tre giorni si alterneranno seminari, workshop, dibattiti, educazione e didattica, dimostrazioni, presentazioni, mostre, convegni, cooking show, laboratori pratici, qualità della vita, benessere del corpo e della mente, un programma riservato alle famiglie e alle scuole. Da quattro anni in Umbria, l’idea della fiera (commerciale e culturale) nasce a Milano quindici anni fa da Terre di Mezzo Editore. “Essendo una manifestazione molto importante per il settore – ci racconta Filippo Costantini, uno degli organizzatori e dei responsabili della comunicazione – per trovare novità, stimoli e spunti di idee interessanti, andavamo come visitatori”. Nel 2013 con altri operatori della comunicazione fonda la società Fair Lab e, insieme, bussano alle porte di Milano per chiedere se fosse possibile creare un evento simile anche in Umbria. Da Milano la richiesta è accolta con favore. “ Gli organizzatori erano molto interessati e si sono resi disponibili. Ci hanno messo a disposizione grafica, linee guida da seguire da un punto di vista etico e ci hanno dato un forte appoggio morale”. Appoggio molto importante perché “Realizzare l’evento sotto il nome di Fa’ la cosa giusta! ci è stato di grande aiuto”.
Oltre che in Lombardia e in Umbria, la fiera prende piede anche in Piemonte, Sicilia e Trentino Alto Adige. “Il percorso è questo: da Milano ti danno disponibilità, ma vogliono alcune garanzie etiche. La fiera non deve essere organizzata da un soggetto strettamente commerciale. Seppur, infatti, fiera commerciale, perché ci sono espositori che vendono, deve comunque avere la collaborazione di soggetti della società civile”. Lo spazio culturale deve inoltre viaggiare di pari passo: “La parte espositiva è la concretizzazione delle idee su cui si lavora con il programma culturale”.
Dall’inizio ad oggi Fa’ la cosa giusta! è cresciuta. Dall’uso di un padiglione si è passati all’utilizzo di due (al completo) e, considerando che nel 2016 i visitatori sono stati 13.000, Costantini stima una crescita del 20 % di anno in anno, dalla prima edizione ad oggi.
Visitando la fiera mi sono accorta della numerosa presenza di giovani realtà del nostro territorio. È una vostra scelta oppure avete una grande richiesta di partecipazione da parte loro?
“Al momento entrambi, anche se all’inizio, quando siamo partiti, siamo stati noi a proporci. Ora abbiamo molte richieste e, strada facendo, si sono venute a creare interessanti collaborazioni. Quest’anno, ad esempio, avremo un’area nuova, quella dell’HandMade, che nasce dalla collaborazione con l’associazione Make di Foligno (NdR. organizzatrice di Week Hand). Inoltre, dalla casa madre di Milano ci hanno chiesto di valorizzare il territorio”. Due richieste, quindi, che si incontrano: Fa’ la cosa giusta! punta a valorizzare l’Umbria e gli umbri chiedono la possibilità di partecipare alla fiera senza doversi spostare in regioni lontane.
L’auspicio, essendo aumentato considerevolmente il pubblico interregionale (sia di visitatori che di espositori), è quello di far avverare il sogno che in futuro la tre giorni diventi punto di riferimento di tutto il centro Italia.
Quest’anno ci sarà una grande area dedicata ai bambini. “Una delle cose di cui ci siamo resi conto in questi anni è che c’è una grande richiesta di attività, laboratori, momenti di dialogo e confronto per i bambini. Una richiesta che stiamo cercando di accontentare sempre più, anche per dare occasione ai piccoli di interagire con giochi a cui non avrebbero opportunità di avvicinarsi quotidianamente”. Proporre idee e recepire quello che arriva (o chiede) il pubblico, anche questo l’intento degli organizzatori che hanno lavorato affinché quest’anno i bambini possano vivere esperienze ludico-didattiche in prima persona, che sia la costruzione di un giocattolo di legno o di un gioco tecnologico (passato e futuro si incrociano nel presente). “Per questo c’è un’area, il pianeta dei piccoli, uno spazio molto grande in cui per tutti e tre i giorni ci saranno attività a ciclo continuo e anche in contemporanea”.
Per concludere, Fa’ la cosa giusta! è volta a divulgare “buone pratiche di consumo e produzione”. Ci lascerebbe con un consiglio per i lettori o per i futuri visitatori della fiera?
“Secondo me, volendo sintetizzare, l’insegnamento che può dare una fiera di grandi dimensioni come questa è che bisogna essere curiosi, farsi delle domande e cercare le risposte, senza fermarsi alla superficie. Cercare sempre di saperne di più, di essere più consapevoli però studiando, formandosi. Un evento come Fa’ la cosa giusta! è importante perché ti dimostra che il sostenibile non è solo un futuro possibile, ma anche un presente possibile. Lo slogan dice ‘il futuro è di chi lo fa’ ma anche il presente è di chi lo fa. Portare cambiamenti si può, non è una cosa proibitiva, assurda, o riservata a fasce intellettuali particolari. È alla portata di tutti e la fiera lo dimostra”.