Gatto Panceri (all’anagrafe Luigi Giovanni Maria Panceri) non ha di certo bisogno di presentazioni. Nato a Monza e cresciuto a Concorezzo, alle porte di Milano, ha vinto e conseguito numerosi premi della critica e alla carriera. Figlio di una ragazza madre (il padre naturale fece perdere le proprie tracce prima ancora della sua nascita), è un grandissimo cantautore e chitarrista. Da sempre scrive in autonomia testi e musiche dei suoi brani ed è arrangiatore e produttore degli stessi. Da ragazzo si è diplomato al conservatorio di Milano in chitarra, armonia e composizione.
di Teresa Lanna
Come nasce il suo nome d’arte?
“In realtà, ‘Gatto’ è un soprannome che mi avevano dato a scuola, per la mia vivacità. Pippo Baudo, quando mi presentai a Sanremo nel 1992, mi disse che il mio vero nome era troppo lungo e mi chiese se avessi avuto un nome d’arte. Allora io gli risposi che avevo un soprannome e lui mi suggerì di adottare questo qui, ‘Gatto’: molto breve, immediato, che rimane in mente. E da allora mi chiamo così”.
Ha debuttato al Festival di Sanremo Giovani nel 1986, presentando ‘Scherzi della vita’, prodotto da Piero Cassano e Roberto Rossi; ma la consacrazione è arrivata nel 1990, quando Mina ascoltò un tuo pezzo, ‘Canterò per te’, e decise di inciderlo nel suo disco, ‘Uiallalla’:
“Sì, in effetti Sanremo è stato un primo passo per rompere il ghiaccio, però poi intorno agli anni novanta c’è stata appunto Mina a cui è piaciuta una mia canzone e questo mi ha permesso di farmi conoscere come autore per altri e anche di ottenere il mio primo importante contratto discografico come cantante con la multinazionale Universal Music Italia. Io considero quello il mio inizio, perché è lì che si è acceso concretamente il faro che ha illuminato il mio futuro”.
L’album di Gatto Panceri, ‘Cavoli amari’, del 1991, conteneva anche il brano ‘Aiuto’, col quale partecipò al Festivalbar di quell’anno. La grande occasione giunse però nel 1992 con ‘L’amore va oltre’, dedicata a una coppia di suoi amici, di cui lui disabile: presentata al Festival di Sanremo vinse il premio della critica nella categoria Giovani. La canzone venne inserita anche nell’album seguente, intitolato ‘Gatto Panceri’, che, grazie anche al successo del brano ‘Un qualunque posto fuori e dentro di te’, presentato in varie tappe del Cantagiro 1992 e molto programmato nelle radio, porta il disco a raggiungere la quota delle oltre 50.000 copie vendute.
Come hanno recepito i suoi amici ‘L’amore va oltre’, la canzone che hai loro dedicato?
“Beh, loro l’hanno sentita a Sanremo, per la prima volta. Non sapevano nulla prima. Naturalmente io non ho usato i nomi di battesimo; ma credo sia sempre bello quando uno ti dedica una canzone, infatti sono rimasti contenti. A parte tutto, sono un bell’esempio di coppia e dell’amore per la vita; perché ‘L’amore va oltre’ non è tanto una canzone sull’handicap; infatti la loro storia era solo un pretesto per raccontare di come, a volte, l’amore va oltre le apparenze, i disagi. Credo che tutte le canzoni che raccontano le storie vere siano belle; le più grandi soddisfazioni, infatti, le ho avute narrando piccole e grandi esperienze di vita vissuta”.
Gatto ha scritto canzoni per tanti artisti affermati. Spicca, tra tutte, ‘Vivo per lei’, interpretata da Andrea Bocelli e Giorgia, che ha venduto 31 milioni di dischi ed è famosa in tutto il mondo. Sempre per Giorgia, Panceri ha firmato 8 brani nel suo album ‘Come Thelma e Louise’ del 1997, tra i quali i singoli ‘Riguarda noi’ e ‘C’è da fare’
“Ho scritto tanti canzoni per altri e mi piace, perché talvolta penso che una determinata canzone, interpretata da una donna, possa essere bella in due, con due voci. Quando si scrivono tante canzoni è bello immaginare che le cantino altri ed avere, poi, piacevoli sorprese, quando a cantarle sono nomi come Mina, Massimo Ranieri, Mietta, etc”.
Gatto Panceri ha un grande amore per gli animali, in particolare per i cani:
“Ho un grosso feeling con loro; infatti da poco ho aperto un centro cinofilo, un sogno che avevo e che finalmente si è concretizzato. Si chiama ‘Dolce vita da cani’ e cerca di rendere bella la vita a questi esseri meravigliosi che ci danno tantissimo affetto”.
Leggendo alcune interviste rilasciate dal cantante, emerge un lato spirituale molto forte. A tal proposito, chiedo per lui la fede cosa rappresenti:
“Beh, la fede è sicuramente una grossa forza per chi ce l’ha; quindi, al di là del fatto di essere più o meno un fervente cattolico, io devo dire che ho avuto spesso la dimostrazione che Dio esiste. Mi ha sempre sostenuto, in qualche modo, anche da piccolo, quando ero da solo e senza padre. Ma anche per i doni che mi dato; per questo sento di dover ringraziare ‘qualcuno’, non solo me stesso. Quando un essere umano riconosce che non è tutto merito suo quello che ha, allora crede in Dio”.
Il suo ultimo disco ‘Pelle d’oca e lividi’, contiene ben 19 brani. Gatto ci ha lavorato tanto
“Io credo che un disco sia una grande occasione per poter raccontare un momento di te stesso. E io in questo disco racconto ciò che sono oggi e credo ancora in quei dischi composti da tante canzoni che si ascoltano dall’inizio alla fine; non nel pezzo concepito solo per l’estate. Sono cresciuto con i dischi concepiti così; è un peccato perdere questa consuetudine di ascoltare un pezzo dopo l’altro, invece del singolo. Di dare un senso ad ogni brano, di capire quello successivo. C’ho messo tre anni, ma sono contento di averlo fatto, anche se così è più dispendioso, ma il mio calendario di quest’anno è dieci volte più ricco di quello dell’anno scorso; vuol dire che questo disco ha dato i suoi frutti”.
Idee chiare per i progetti futuri:
“Oltre a continuare a scrivere canzoni, ho in programma una tournée teatrale e un concerto in Terra Santa, a Betlemme. Poi, diciamo che il mio progetto da trent’anni è sempre aperto, ed è bello così. Speriamo di non fermarci, ma questo dipende dalla salute, dall’ispirazione e da Dio”.
Foto di Marinella Pompeo