Un gioco di luci e sfumature di colori danno vita ad effetti suggestivi nella doppia mostra che illumina Spoleto e Gubbio, offrendo al visitatore un’esperienza percettiva che lo pone in diretta relazione con le due città umbre e coinvolgendolo da un punto di vista nuovo ed inusuale

È stata inaugurata ieri (6 dicembre) al Museo Nazionale del Ducato di Spoleto la mostra Black Light Art – La luce che colora il buio, prima iniziativa che mette in sinergia la struttura della Rocca Albornoz con il palazzo Ducale di Gubbio dove oggi sarà invece la vota dell’inaugurazione di Light Art. Il doppio appuntamento espositivo accompagnato da una serie di eventi collaterali, è stato ideato per il progetto artistico Lightquake 2017 e ospiterà fino al prossimo 25 febbraio quindici artisti italiani, noti sia in campo nazionale che internazionale.

Black Light Art è stata concepita come una mostra itinerante. Già esposta a Milano lo scorso giugno e attualmente anche a Como, intende esplorare le valenze artistiche della luce nera, proponendo opere di artisti che da sempre la sperimentano o che la approcciano per la prima volta. Il nucleo degli artisti a Spoleto è composto da Mario Agrifoglio, Nino Alfieri, Alessio Ancillai, LeoNilde Carabba, Claudio Sek De Luca, Giulio De Mitri, Nicola Evangelisti, Maria Cristiana Fioretti, Federica Marangoni, Yari Miele, Ugo Piccioni,​ Sebastiano Romano. Importante la figura di Mario Agrifoglio, artista che ha fatto della Black Light il fulcro della sua sperimentazione artistica.

Light Art illuminerà, tra l’altro, il palazzo Ducale di Gubbio con l’installazione di Federica Marangoni nel cortile e con le opere di Stefano Frascarelli e Saverio Mercati all’interno. Attraverso i lavori il pubblico sarà stimolato ad una differente percezione della luce, come veicolo di messaggi emotivi e culturali, con una forma di comunicazione immediata e partecipativa. In particolare le opere di Black Light confermeranno che “Il buio non esiste, è soltanto l’assenza della luce”. La “luce nera”, una radiazione ultravioletta che non è direttamente percepita dall’occhio, si evidenzia solo quando colpisce superfici coperte da particolari pigmenti. Le opere sembrano così emergere dal buio, creando un particolare impatto emotivo.

Il progetto Lightquake 2017 è stato ideato da Rosaria Mencarelli e realizzato da Paola Mercurelli Salari con la direzione artistica di Gisella Gellini e Claudia Bottini con la collaborazione di Fabio Agrifoglio (presidente Fondazione Mario Agrifoglio) e degli studenti del corso Light Art e Design della Luce del Politecnico di Milano. La produzione è affidata alla Società Sistema Museo, mentre l’allestimento è a cura dell’exhibition designer Gaetano Corica, autore anche del progetto foto-video dell’esperienza (video a cura di Cecilia Brianza).

Foto @Gaetano Corica