“La vita si ascolta così come le onde del mare. Le onde montano… crescono… cambiano le cose… Poi tutto torna come prima… ma non è più la stessa cosa.” (Oceano mare – Alessandro Baricco)

di Alessandro Albano

Dopo il grande successo del film di Paolo Sorrentino, “Partenope” siamo andati a conoscere in forma ravvicinata la bellezza dei luoghi, la potenza del mare, l’attivazione di tutti gli elementi sensoriali che ci appartengono, e lo abbiamo fatto in Kayak, per il golfo di Napoli.

Il mare, il sole, i profumi, il soffio del vento, i silenzi, la natura, l’antropizzazione, partendo da Bagnoli. Archeologia industriale emblema di violenti impatti paesaggistici e di rapidi processi di industrializzazione, attraverso la mobilità lenta e silenziosa del Kayak ci siamo diretti all’isolotto della Gaiola per poi raggiungere Villa Imperiale, il palazzo degli spiriti del I secolo a.C., la baia delle rocce verdi, Marechiaro e villa Lauro (dove è stato girato il film di Sorrentino)… su ciascuno di questi posti si potrebbe scrivere un romanzo, fabiesco o con connotazione romantica.

Napoli da sempre ha ispirato il mondo dell’arte e della cultura, la musica, la danza, la poesia, la pittura. É ancora e sempre sarà  attivatrice di emozioni.

Ma Napoli è bellezza ed è libertà, come racconta lo stesso  Sorrentino nei suoi film. La bellezza del poeta (Fëdor Dostoevskij – L’idiota) tanto profetizzata, tanto ironizzata, emanazione dell’aura tangibile dell’«uomo veramente buono» che attraversa i tumulti della storia con sovrana semplicità d’animo e instancabile bontà di cuore.

I napoletani, quelli nati e vissuti nella Napoli del centro storico, dei quartieri, nei tempi in cui all’uscita di scuola a Porta San Gennaro si mangiava fugacemente e con diverse ustioni da pomodoro bollente la pizza a portafogli per 500 lire, la Napoli dell’arte di arrangiarsi, quella vera, in cui ci si improvvisava a vendere una limonata o un cioccolatino dalla finestra del “basso” (abitazione monocamera posto a piano terra con accesso diretto dalla strada).

Ma ritorniamo al tema principale, al connubio mare e libertà a Napoli. La grandezza del mare, l’esaltazione delle emozioni sensoriali anche attraverso la bellezza dei paesaggi di Napoli rendono l’esperienza unica. Ogni essere umano di buona volontà cerca di trascorrere la propria vita assecondando ciò che la sua natura e la propria cultura gli porta a considerare piacevole; ogni fascia di età può rispecchiare un diverso modo di leggere la felicità. Un anziano prova piacere a a “ricordare” piuttosto che vivere le emozioni, un giovane, invece, vuole “vivere” le sue emozioni ed è distratto dalla sua giovinezza e dal suo vigore nel cercare di ricordare le cose che vive. Un filo conduttore, però, esiste e lega l’animo umano in un viaggio unico, di sola andata ed il cui legante è la sofferenza e la crescita dello spirito attraverso le diversificate esperienze. L’arte in generale, la musica, la scultura, la pittura, la poesia, agevolano le connessioni tra esseri umani, tra il corpo e lo spirito e creano canali comunicati di grande forza, indissolubili e sovraordinati. Si è liberi nell’assecondare, seguendo l’istinto, la propria gioia.

…il mare chiama.

Non fa’ altro, in fondo, che questo: chiama

Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole.

Puoi anche far finta di niente, ma non serve.

Continuerà a chiamarti.

Questo mare che vedi e tutti gli altri che non vedrai, ma che ci saranno, sempre, in agguato, pazienti, un passo oltre la tua vita.

Instancabilmente, li sentirai chiamare.

Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà.”