Gli spettacoli in scena nei teatri umbri dal 14 al 20 gennaio tra temi sociali attuali, rivisitazioni di classici, danza e teatro ragazzi. Si inizia martedì con Michele Riondino interprete di “Il Maestro e Margherita” 

di Francesca Cecchini 

Martedì 15 gennaio alle ore 21.00 al teatro Comunale di Todi Il maestro e Margheritadi Michail Bulgakov con Michele Riondino e Francesco Bonomo, Federica Rosellini, Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe, Oskar Winiarski. 

“Cercare di dare vita alle magiche e perturbanti pagine de Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov, è forse una delle cose più eccitanti che possa accadere a chi si occupa di teatro – afferma il regista Andrea Baracco – Il Maestro e Margherita è un romanzo pieno di colori potenti e assoluti, tutti febbrilmente accesi, quasi allucinanti. È un romanzo perturbante, complesso e articolato come il costume di Arlecchino, in cui si intrecciano numerose linee narrative, e dentro il quale prendono vita un numero infinito di personaggi (se ne contano circa 146), che costituiscono una sorta di panorama dell’umano e del sovraumano. Dal diavolo, nella figura seduttiva e mondana di Woland, una sorta di clown feroce che dirige una sarabanda demoniaca, a personaggi che rimandano all’universo grottesco di uno dei maestri di Bulgakov, Nikolaj Gogol. In questo romanzo, si passa dal registro comico alla tirata tragica, dal varietà più spinto all’ interrogarsi su quale sia la natura dell’uomo e dell’amore. Basso e alto convivono costantemente creando un gioco quasi funambolico, pirotecnico, in cui ci si muove sempre sulla soglia dell’impossibile, del grottesco, della miseria e del sublime. A volte si ride, a volte si piange, spesso si ride e piange nello stesso momento. Insomma, in questo romanzo, si vive, sempre. Il Maestro (personaggio che ha più di una somiglianza con Bulgakov stesso) e Margherita (da molti riconosciuta come moglie dell’autore, Elena Sergeevna), rimangono fatalmente impigliati, imprigionati quasi, l’uno nel corpo e nella mente dell’altra, più nella mente che nel corpo, forse. Per descrivere l’inizio del loro amore il Maestro pronuncia una delle frasi memorabili del romanzo: l’amore è balzato davanti a noi dal nulla, come un assassino in un vicolo, e ci ha colpito entrambi, nello stesso istante. Bulgakov pone all’interno delle maglie della propria scrittura delle vere e proprie bombe ad orologeria, e le lascia poi esplodere, d’improvviso, mostrandoci cosa accade quando una struttura estremamente severa e ordinata entra in contraddizione, e non può più, mai più, nascondersi dietro la sola ragione: Che cosa sarebbe il tuo bene, se non esistesse il male, e che aspetto avrebbe la terra se le ombre sparissero, perché sono gli oggetti e gli uomini a dare l’ombra. Vorresti scorticare tutto il globo terrestre, portandogli via tutti gli alberi, e tutto ciò che è vivente, solo per la tua fantasia di godere della nuda luce? Tu sei stupido, dice Woland/Satana ad un emissario di Gesù”. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. (Foto di Guido Mencari)  

Martedì 15 e mercoledì 16 gennaio alle ore 21.00 al teatro Sergio Secci di Terni Ben Hur una storia di ordinaria periferia con Paolo Triestino, Nicola Pistoia ed Elisabetta De Vito. Lo spettacolo affronta i temi scottanti dell’immigrazione e del razzismo in un modo nuovo e con sagace ironia. Il testo di Gianni Clementi riesce a rappresentare argomenti di grande attualità con disarmante semplicità facendo scaturire nel pubblico momenti di profonda riflessione, ma anche di grande ilarità. Sergio, interpretato da Nicola Pistoia, che firma anche la regia, è uno stuntman caduto in disgrazia dopo un avvio di carriera eccellente, niente di meno che con Spielberg nel film Salvate il soldato Ryan; ma un incidente sul set gli renderà impossibile continuare costringendolo a un’eterna attesa di un risarcimento che tarda ad arrivare; così, per sbarcare il lunario si arrangia a posare, vestito da centurione, per i turisti che affollano il Colosseo. Sua sorella Maria (Elisabetta De Vito) è separata e per arrotondare gli spiccioli del fratello è costretta a lavorare in una chat telefonica erotica. A interrompere il tran tran quotidiano arriva Milan (Paolo Triestino), ingegnere bielorusso con tanta voglia di lavorare. Per mandare soldi alla sua famiglia, Milan si arrangia a far tutto, anche sostituire Sergio nel ruolo di centurione. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.  

Mercoledì 16 gennaio al Centro di Valorizzazione di Norcia alle ore 21.00 La Divina Commediola, versione personale di Giobbe Covatta della Divina Commedia, totalmente dedicata ai diritti dei minori. L’inferno come luogo di eterna detenzione non per i peccatori ma per le loro vittime! Le vittime sono i bambini ovvero i più deboli, coloro che non hanno ancora cognizione dei loro diritti e non hanno possibilità di difendersi. I contenuti e il commento sono spassosi e divertenti, ma come sempre accade negli spettacoli del comico napoletano, i temi sono seri e spesso drammatici. Conoscere i diritti dei bambini riconosciuti dalla Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, conoscere i modi più comuni con cui questi diritti vengono calpestati equivale a diffondere una cultura di rispetto, di pace e di eguaglianza per tutte le nuove generazioni. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.  

Da mercoledì 16 a domenica 20 gennaio (ore 21.00, sabato ore 18.00, domenica ore 17.00) Vincent Van Gogh, l’odore assordante del biancocon Alessandro Preziosi, Francesco Biscione e con Massimo Nicolini, Roberto Manzi, Alessio Genghi, Vincenzo Zampa.  Lo spettacolo, che si avvale della messa in scena di Alessandro Maggi, è una sorta di thriller psicologico che lascia lo spettatore con il fiato sospeso dall’inizio alla fine. Il testo, vincitore del Premio Tondelli a Riccione Teatro 2005 per la “… scrittura limpida, tesa, di rara immediatezza drammatica, capace di restituire il tormento dei personaggi con feroce immediatezza espressiva”, è firmato da Stefano Massini con la sua drammaturgia asciutta, ma ricca di spunti poetici e ci offre considerevoli opportunità di riflessione sul rapporto tra le arti e sul ruolo dell’artista nella società contemporanea. Le austere e slavate pareti di una stanza del manicomio di Saint Paul. Come può vivere un grande pittore in un luogo dove non c’è altro colore che il bianco? È il 1889 e l’unico desiderio di Vincent è uscire da quelle mura, la sua prima speranza è riposta nell’inaspettata visita del fratello Theo che ha dovuto prendere quattro treni e persino un carretto per andarlo a trovare. Sospensione, labilità, confine. Sono questi i luoghi, accidentati e mobili, suggeriti dalla traiettoria, indotti dallo scavo. Soggetti interni di difficile identificazione, collocati nel complesso meccanismo dell’organicità della mente umana. Offerti e denudati dalla puntuale dinamicità e dalla concretezza del testo, aprono strade a potenziali orizzonti di ricerca. La scrittura di Massini, limpida, squisitamente intrinseca e tagliente, nella sua galoppante tensione narrativa, offre la possibilità di questa indagine. Il serrato e tuttavia andante dialogo tra Van Gogh – internato nel manicomio di Saint Paul de Manson – e suo fratello Theo, propone non soltanto un oggettivo grandangolo sulla vicenda umana dell’artista, ma piuttosto ne rivela uno stadio sommerso. Lo spettacolo è aperto contrappunto all’incalzante partita dialogica. Sottinteso. Latente. Van Gogh, assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale incarnata con intensità da Alessandro Preziosi, si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. (Foto di Francesca Fago)

Venerdì 18 gennaio alle ore 21.00 al teatro Comunale Luca Ronconi di Gubbio alle ore 21.00 Indaco e gli illusionisti della danzaproduzione RBR Dance Company, un allestimento che coniuga danza e tecnica alla ricerca della massima innovazione nel supporto di speciali effetti video. Proiezioni su originali fondali, mutazioni sceniche inattese, giochi di luci e soluzioni registiche altamente tecnologiche sono solo alcune delle sorprese di questo spettacolo. Il risultato scenico e visivo che ne deriva è sorprendente: i danzatori si alternano sul palcoscenico apparendo e scomparendo, moltiplicandosi magicamente grazie a uno studio accurato di luci e proiezioni che incanta un pubblico piacevolmente proiettato in un’atmosfera rarefatta dalle magiche illusioni ottiche. Il tutto al servizio di temi universali e coinvolgenti. Uno spettacolo di forte attualità, al centro il tema dell’ambiente, il rispetto per il pianeta e la cura di esso in quanto appunto anima del mondo. Centrale è il rapporto uomo-natura, la ricerca delle proprie origini, il bisogno di autenticità, in un continuum di istantanee e coreografie emozionali. Il testo è tratto e ispirato dall’opera di Carl Sagan “Pale Blue Dot: A Vision of the Human Future in Space”.  

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.  

Venerdì 18 gennaio alle ore 21.00 al teatro Giuseppe Mengoni di Magione In nome del padre. Mario Perrotta, accompagnato nella drammaturgia dall’illuminante supporto psicanalitico di Massimo Recalcati, veste i panni del padre nel primo capitolo di una nuova trilogia dedicata alla famiglia. Un padre. Uno e trino. Niente di trascendentale: nel corpo di un solo attore tre padri, diversissimi tra loro per estrazione sociale, provenienza geografica, condizione lavorativa. A distinguerli gli abiti, il dialetto o l’inflessione, i corpi ora mesti, ora grassi, ora tirati e severi. Tutti e tre di fronte a un muro: la sponda del divano che li separa dal figlio, ognuno il suo. I figli adolescenti sono gli interlocutori disconnessi di questi dialoghi mancati, l’orizzonte comune dei tre padri che, a forza di sbattere i denti sullo stesso muro, smussano le loro differenze per ricomporsi in un’unica figura. Uno sguardo sul presente per indagare quanto profonda e duratura è la mutazione delle famiglie millennials e quanto di universale, eterno, resta ancora. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.  

Sabato 19 gennaio alle ore 21.00 alla sala Cutu di Perugia Domani i giornali non uscirannodi Veronica Raimo, con Alessandra Chieli, regia di Emilio Barone e Massimiliano Ferrari. Una giovane donna è in aeroporto, ha appena perso la coincidenza per il suo volo e non sa quando potrà imbarcarsi sul prossimo. Sono mesi che si sta preparando a questa partenza, con una determinazione insieme pratica ed estetica, vuole sentirsi perfetta per raggiungere l’uomo che la sta aspettando. L’uomo è il destinatario del suo viaggio e delle sue parole, una presenza invisibile e costantemente evocata, immanente e sfuggente, è un orizzonte di approdo e il punto da cui ricominciare, forse diversi da come ci si era immaginati. La scena è tutta contenuta all’interno dell’aeroporto, un non-luogo per eccellenza, dove i confini pian piano sfumano nella dimensione di un limbo, così come la perfezione della donna si apre e si contamina a contatto con la realtà: le luci al neon, la mancanza di cielo, le voci dissonanti di funzionari aeroportuali, le voci accorate ma vischiose di chi non vorrebbe lasciarla andare. L’iniziale agitazione per la mancata coincidenza sembra però declinare verso una forma di serenità carica di vitale irrequietezza, e lo scarto rispetto alle proprie aspettative diventa un territorio nuovo, inesplorato, fertile, mai confortevole. Come se dovesse dar conto delle ragioni per cui si trova lì, la donna si aggira all’interno di questo limbo rivendicando il proprio diritto all’insoddisfazione contro chi le chiede di essere ottusamente soddisfatta. La sua è l’intransigenza di chi sceglie perché non vuole negarsi la possibilità di farlo. È una pretesa di libertà contro il compromesso e contro il balsamo della consolazione. E allora forse il vero compimento non è nell’acquisire perfezione, ma nel perderla. E l’uomo che la sta aspettando – se c’è davvero qualcuno ad attenderla – incontrerà una donna che ha accettato di perdere molte cose per essere se stessa. 

  • Prenotazioni Teatro di Sacco: 320.6236109 

Sabato 19 gennaio alle ore 21.00 al teatro Thesorieri di Cannara Direzioni ostinate e contrariedella Compagnia Fiorucci Pecorari. “Abbiamo voluto raccontare storie di vita, di abbandono, di solitudine – si legge in una nota della compagnia – dove un poeta d’eccezione, Fabrizio De André, prende per mano i vari personaggi che animano l’opera, per accompagnarli nel loro andare di servi disobbedienti alle leggi del branco. In un vortice di armonie, i suoi pensieri scivolano nei nostri per compiere un viaggio immaginario dove nell’alienazione, nella diversificazione dei valori umani, i vizi diventano virtù e le virtù diventano vizi, mentre il divino e il terreno s’incontrano e si scontrano con la quotidianità del non vivere come si vorrebbe, alla continua ricerca di un guado, una terra, una nuvola, un canto… una corrente di ali”. 

  • Prenotazioni: 338 9613266 

Domenica 20 gennaio alle ore 17.00 al teatro Bertolt Brecht di Perugia Vassilissa e la babaracca, spettacolo di teatro ragazzi per la regia di Raffaella Giancipoli. Vassilissa è una bambina abituata a dire sempre sì, solo sì, sì mamma, si papà, sì a tutti pur di essere amata. È una bambina brava e ubbidiente, la figlia perfetta che qualunque genitore vorrebbe: non si oppone, non protesta, non fa nulla di diverso da quello che gli viene chiesto. Vassilissa si prende cura degli adulti come se l’adulta fosse lei, a tal punto che quando la mamma muore è lei a rassicurare il padre accettando che si risposi. Poco prima di morire, la mamma dona a Vassilissa una bambolina alla quale chiedere aiuto in caso di difficoltà. Difficoltà che non esitano a presentarsi quando entra nella nuova casa: non appena il padre parte per un lungo viaggio d’affari, la nuova moglie rivela presto il suo cuore di matrigna e costringe Vassilissa ai lavori più umili e faticosi. Esasperata dalla piccola adulta che si ritrova in casa, la matrigna la manda con l’inganno nel bosco a cercare il fuoco dalla Baba Jaga, certa che non farà più ritorno. L’unica ad avere il fuoco sempre acceso è la terribile strega che vive arroccata nella Babaracca, la casa selvaggia con occhi di fuoco con la quale riduce i bambini in polpette. La Baba Jaga invece tiene Vassilissa con sé promettendole il fuoco se riuscirà a superare delle prove impossibili. Grazie all’aiuto della bambolina e alla vicinanza con questa strega da cui tutti fuggono, Vassilissa scopre che non è poi così terribile dire ciò che si pensa per davvero, correndo il rischio di non essere accettati; scopre che il sì ha senso perché c’è il no, che si può essere amati anche quando non si è d’accordo. 

  • Prenotazioni: Fontemaggiore 075 5286651 – 075 5289555

Domenica 20 gennaio alle ore 17.00 al teatro Mancinelli di Orvieto Carmencon Rossella Brescia, Massimo Zannola, Amilcar Moret, Francesco Porcelluzzi e i solisti di Roma City Ballet Company. La Brescia interpreta “Carmen” nella nuova e travolgente versione di Luciano Cannito, che ne firma coreografie e regia. Grandiosa la colonna sonora del balletto, caratterizzata dalle ben conosciute musiche di Georges Bizet, riadattate per questa versione da Marco Schiavoni.Carmen è amore travolgente, passione estrema, voluttà, forza e istinto. Carmen è il sole, la felice disperazione di possedere solo se stessi e la propria libertà. 

  • Prenotazioni: 0763 340493 

Domenica 20 gennaio alle ore 18.15 allo Spazio Zut di Foligno Kokorodi Luna Cenere + Kudoku di Daniele Ninarello& Dan Kinzelman. “Kokoro” è una singola parola giapponese che possiamo tradurre come il nostro “essere interiore” ma che letteralmente abbraccia due parole/concetti, quali “la mente” e “il cuore”. Questo assolo è la personale ricerca di un’unicità dell’essere, un percorso interiore divenuto percorso fisico nello lo spazio, durante il quale il corpo nudo, attraverso la sua esposizione e specifica architettura, si trasfigura e diviene veicolo poetico facendo emergere immagini appartenenti e non ad un “mondo irreale”. “Kudoku” in giapponese indica il beneficio ottenuto dalla purificazione dei sensi: per Ninarello e Kinzelman è lo spazio come luogo in cui esercitare e trasfigurare il corpo, sonoro e fisico, la sua precarietà, la sua impermanenza, la fatica della resistenza.  Frutto di improvvisazioni a partire da uno schema prefissato, questo magma sonoro offre a Ninarello la possibilità di creare inquietanti e nevrotiche interazioni, altrettanto improvvisate, tra la musica e il proprio corpo. 

  • Prenotazioni: Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222 (tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20.