San Benedetto alla Canapina scelto per rappresentare l’inizio del percorso che condurrà al Parco delle Mura etrusche di Perugia. Così Radici di Pietra comincia il viaggio di valorizzazione delle mura urbiche del capoluogo umbro

Vari gli eventi promossi dall’Associazione Radici di Pietra, nata per promuovere e guidare i temi della conservazione, del restauro, della valorizzazione delle Mura urbiche e della riqualificazione delle aree di pertinenza delle città murate, è quello di far rivivere in termini di buon uso, di rinnovato simbolismo e di alta presenza urbana un monumento primario che da sempre rappresenta l’identità più intima di ogni centro urbano a valenza storica.
Per rammentare ai Perugini che il Monumento esiste, che le sue prerogative storiche e identitarie sono altissime e che fa parte di un disegno importante riguardante la cultura, l’assetto sociale e l’orgoglio cittadino, Radici di pietra, ha promosso lo scorso 27 marzo, una conferenza nel suggestivo, seppur poco noto, seicentesco Oratorio di San Francesco del Sodalizio Braccio di Fortebracci con il titolo di “La rinascita di San Benedetto alla Canapina e del Parco delle Mura”. Ne sono stati relatori il Professor Franco Mezzanotte, il Professor Franco Ivan Nunciarelli, consigliere comunale, e l’architetto Michele Bilancia, che hanno ripercorso la storia della Chiesa di San Benedetto, attraverso la proiezione di suggestive slide, e sottolineato lo stato di degrado del sito. L’architetto Bilancia, con soddisfazione, ha annunciato che, grazie alla sensibilità ed al contributo di sponsor quali in primis Banca Mediolanum familyBankeroffice (Doriana Bondi), Listone Giordano, Soroptimist International Club di Perugia e INALTO (Impresa di Lavori in Altezza) il Comune di Perugia avvierà, come già iniziato, la concreta e reale, “rinascita” di San Benedetto. In attesa dei restauri, Radici di Pietra si è resa disponibile a tenere aperta la chiesa con la programmazione di una serie di eventi culturali da inserire in un calendario di “visibilità”.
Ad allietare l’atmosfera, le voci del Coro dei Cantori di Perugia, diretto dal Maestro Vladimiro Vagnetti, e la lettura di alcuni brani tratti dalle pagine del romanzo di Michele Bilancia “Vincenzino Giacchè ed il mistero dei vasi canopi” in corso di pubblicazione, da parte del Maestro d’arte e scrittore Nino Marziano.
Presenti anche il Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, Reginaldo Ansidei, Priore del Pio Sodalizio Braccio di Fortebraccio, che ha gentilmente messo a disposizione dell’Associazione l’Oratorio, autorità civili, e di un numerosissimo ed inaspettato pubblico.
A conclusione della conferenza un cocktail gentilmente offerto dalla Banca Mediolanum nella suggestiva sacrestia dell’Oratorio. La domenica successiva, il 29 marzo, inoltre, sempre alla presenza del Primo Cittadino Romizi, l’Associazione Radici di pietra ha organizzato una visita guidata alle parti accessibili di San Benedetto alla quale hanno partecipato numerosi cittadini.
Radici di Pietra – L’intento dell’Associazione Radici di Pietra, nata per promuovere e guidare i temi della conservazione, del restauro, della valorizzazione delle Mura urbiche e della riqualificazione delle aree di pertinenza delle città murate, è quello di far rivivere in termini di buon uso, di rinnovato simbolismo e di alta presenza urbana un monumento primario che da sempre rappresenta l’identità più intima di ogni centro urbano a valenza storica. L’obiettivo, quello che, attraverso tale attenzione, si possa più facilmente guidare il processo di conservazione integrata dell’intero patrimonio storico monumentale dei centri storici delle città. Uno dei compiti dell’Associazione è quello di creare, con un suo Centro studi, anche le basi per la raccolta, la catalogazione, la gestione informatizzata e lo scambio di tutti i dati che sarà possibile raccogliere sulle Mura urbiche della città di Perugia e di quelle città che con essa avranno avuto motivo di incontro. Un centro di raccolta e di elaborazione dei dati ma, soprattutto, uno strumento di divulgazione capace di avvicinare tutti al tema della salvaguardia dei valori espressi dal monumento. L’intento primario è quello di ridare visibilità, centralità e ruolo al monumento Mura nel suo insieme, andando alla ricerca del suo più intimo valore di elemento formativo e identificativo di ogni “città murata” e, quindi, della civiltà che in essa la storia e la sua gente hanno saputo esprimere. Forma e contenuto, pertanto, uniti in un incomparabile elemento di sintesi. Per ottenere questo, l’obiettivo minimo irrinunciabile è la ricerca di una nuova e più attuale lettura unitaria del tracciato delle mura. In sostanza, attraverso il riannodarsi, fisico o virtuale, dei fili che la storia ha spezzato, isolato o sottratto a quel tracciato, si ritiene di poter restituire all’uso ed al rispetto la forma più genuina e più ricca dell’identità urbana di ogni centro storico. Ciò finisce per trasformarsi di per sé in una sorta di vero e proprio percorso delle Mura, chiamato a riannodare quei fili, a riappropriarsi di spazi, scorci, architetture e tessuti edilizi e urbani spesso abbandonati o incapaci di dialogare, come un tempo, tra loro.
E’ sulla scorta delle suddette finalità che Radici si sta “battendo” nei confronti delle locali istituzioni, tra l’altro, alla messa in sicurezza, al restauro e, soprattutto, alla valorizzazione di un monumento eccellente come la chiesa di San Benedetto, che, per il suo attuale stato d’abbandono e la colpevole sistemazione forzatamente defilata, paradossalmente, è oggi sconosciuta ai più. In attesa di queste azioni, in ogni caso, Radici di pietra vuole assicurare a questo monumento almeno la sua immediata visibilità e visitabilità. Il 21 febbraio , nonostante la pioggia, è stata giornata di pulizie a Perugia in Via del Piscinello: obiettivo appunto la Chiesa di San Bendetto, letteralmente prigioniero, all’esterno, di piante rampicanti. L’iniziativa porta la firma dell’architetto Michele Bilancia, non nuovo ad iniziative di questa portata. All’operazione di ripulitura, unitamente a soci dell’Associazione e volontari, ha partecipato anche l’Assessore alla Cultura di Perugia, Maria Teresa Severini. L’operazione è stata poi ripetuta domenica 15 marzo, con la presenza del Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, da volontari e da una squadra del Comune per le essenziali opere di bonifica anche all’interno della Chiesa finalizzate alla “rinascita di S.Benedetto alla Canapina” con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica alle tematiche del recupero.
L’architetto Bilancia si occupa e preoccupa delle mura etrusche della Città per farle riemergere nella memoria dei perugini. Se oggi c’è un po’ di attenzione a questo monumento e alle potenzialità che esso riesce ancora ad esprimere nella città ciò si deve ai tanti anni che anche Radici di pietra ha combattuto per puntare i riflettori su questo tema. Da qui è nato l’impegno per il riconoscimento da parte dell’Unesco delle Mura come patrimonio dell’Umanità e da questo sta nascendo altresì l’impegno per fare di Perugia “Città Murata d’Europa”.

San Benedetto alla Canapina – Raro esempio di Chiesa torre, viene eretta, tra il IX e X secolo, extra moenia, appena a ridosso delle mura etrusche di Perugia, quale presidio simbolico e devozionale della città. Rispondendo, molto probabilmente, a istanze e canoni benedettini – che, già attestati autorevolmente in San Pietro, cercano ben presto agganci più diretti con la vita civica e di relazione del Capoluogo umbro –, col fermento dell’età Comunale in pieno sviluppo, San Benedetto finisce per rappresentare una sorta di “aggancio” nodale esemplare tra Terra nuova e Terra vecchia, tra contado e città. L’impianto originario, romanico, si arricchisce così e si ridefinisce in stile gotico nei due secoli successivi, fino a configurare un originalissimo doppio accesso alle due chiese sovrapposte che in tal modo si vanno a riconfigurare: uno sommitale, dall’interno delle mura e, quindi, della città; l’altro dalla campagna. Il nuovo assetto architettonico, in tal modo reinterpretato, deve essere stato talmente funzionale e convincente che, su quell’esempio, sul finire del Milleduecento, si dà il via a un’analoga costruzione – ottagonale, questa volta, ma sempre a ridosso delle mura antiche –, in onore del Santo patrono Ercolano. Esercizio architettonico e concettuale che verrà ancora più appresso ripreso e altrimenti reiterato nella secentesca chiesa del Gesù. Una volta dismesso il doppio impianto cultuale-religioso – presumibilmente tra il XVII e il XVIII secolo –, il volume della chiesa inferiore, con la sua mirabile volta gotica, ben presto si divide di nuovo in due ambiti, ancora una volta sovrapposti, che evidenziano chiare funzioni pregresse di magazzino. Questa parte, purtroppo, è da decenni in totale abbandono. Resta, tuttavia frequentata – anche se sempre più di rado –, la chiesetta superiore che, sconsacrata, verrà ben presto trasformata e adibita a sua volta a oratorio e, quindi, a piccolo luogo di riunioni. Funzione, quest’ultima, che, grazie all’accesso indipendente ricavato sul fianco dal cortile delle Scuole Fabretti in piazza del Drago, ancora la contraddistingue. I segni più importanti e suggestivi di questo vissuto sono tutt’ora presenti e interpretabili sulla facciata anteriore della chiesa e, grazie alla splendida, rarissima abside pensile, su quella posteriore. Così come unico è il valore documentale, simbolico e identitario dovuto al fatto che la chiesa usa il muro etrusco che, lungo il suo fianco più interno, in essa s’insinua ancora visibilmente, ma che da quello non riesce. Sollecitando, con ciò, una curiosità storica di non poco conto: le mura antiche, infatti, in quel tratto si perdono, anche se per poco. Questo, per certi versi, il valore più emblematico cui San Benedetto ancora oggi risponde: quello di essere tangibilmente legata, a doppio filo, ai destini del monumento più simbolico e rappresentativo che una città possa vantare: le sue mura. È per questo motivo, del resto, che la chiesa è stata scelta – almeno da Radici di pietra – come il nodo più rappresentativo da cui partire per realizzare il percorso del “Parco delle mura etrusche” di Perugia. Proposito che, dopo tanti anni di battaglie, sta per diventare finalmente azione, proprio a partire dal tratto delle mura di cui San Benedetto è il centro più espressivo: quello della Canapina.