Un’analisi critica sulle dinamiche inconsce che perseguiamo verso l’inarrivabile perfezione e sulle sue ripercussioni.
di Massimo Imperatori
La bellezza è un concetto affascinante e mutevole che incanta da sempre. Nel corso degli anni, gli standard di bellezza maschili e femminili hanno subito notevoli cambiamenti e il nostro desiderio di conformarci a questi ideali continua ad essere alimentato dai media e dalla cultura popolare. Questa incessante ricerca dell’immagine perfetta ha un impatto significativo sulla nostra società e sulla nostra salute individuale, spingendoci a esplorare i pericoli nascosti di questi stereotipi di bellezza.
L’avvento dei social media, ha trasformato radicalmente la nostra percezione della bellezza. Queste piattaforme ci sommergono costantemente di immagini e video di persone che rappresentano ciò che il nostro subconscio più desidera: corpi magri e tonici, visi e look impeccabili. Ma cosa succede quando ci sforziamo di adeguarci a questi standard irreali?
Secondo uno studio condotto dalla Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago, l’arrivo dei social media ha avuto un impatto significativo sulla nostra autostima e sulla nostra salute psicofisica. Le immagini “idealizzate” che vediamo online generano pressione e ansia derivanti dal conformismo della società e ai suoi modelli di bellezza inarrivabili. La ricerca ossessiva della perfezione può portare a comportamenti dannosi, come l’utilizzo spropositato di chirurgia estetica (effettuata anche da non esperti del settore) o il ricorso a diete estreme accompagnate dall’uso di integratori per perdere peso rapidamente (proposte da fanatici).
La cultura della palestra, veicolata tramite i principali canali di comunicazione social, e l’attenzione sulla salute alimentare direttamente collegata al mondo del fitness, possono sembrare delle tendenze inizialmente positive, aventi come obbiettivo principale lo stile di vita sano e attivo. Tuttavia, se portata allo stremo, tendere alla perfezione fa perdere di vista l’obbiettivo della vera salute fisica, ossessionando le persone, rinchiudendole nelle proprie bolle autoreferenziali, in un loop di continua conferma che ciò che stanno facendo non sia ancora abbastanza.
Il progetto CCM “MODELLI DI DIETE SANE E SOSTENIBILI A PARTIRE DALLE DIETE TRADIZIONALI”, promosso dal Ministero della Salute Italiana, cerca di rispondere al crescente numero di entrate al Pronto Soccorso dovute a disturbi alimentari (Survey Dna) e sottolinea l’importante dovere delle istituzioni nel favorire l’adozione di diete ‘’green’’ e salutari, come la Dieta Mediterranea, da un numero sempre crescente di persone. Sono infatti state finanziate dallo Stato importanti campagne di sensibilizzazione a riguardo.
I media e la pubblicità sono il terreno di scontro tra le varie parti: queste hanno un’influenza molto importante nel grande meccanismo della società contemporanea, soprattutto nella creazione e nel perpetuare gli standard di bellezza. Il Rudd Center for Food Policy and Obesity dell’Università di Yale ha dimostrato come grandi marchi di “cibo spazzatura” sfruttino figure sportive per promuovere prodotti non salutari.
Per superare una volta per tutte gli stereotipi di bellezza, senza però sfociare in estremismi, è fondamentale promuovere la consapevolezza della diversità e sfidare gli standard dominanti senza aver paura di risultare fuori dal coro del conformismo. I media e la pubblicità dovrebbero rappresentare una varietà molto ampia di corpi e di aspetti, senza farne prevalere uno in particolare, includendo anche quelli che differiscono dai pregiudizi tradizionali. Dobbiamo incoraggiare una cultura dell’accettazione e dell’inclusione, valorizzando la bellezza di tutte le forme e dimensioni.

