“I LIBRAmusica, una delle più longeve ed originali realtà musicali umbre, tornano sul palco con il nuovo album Le Piccole Invenzioni e propongono un viaggio nella canzone d’autore incentrata sull’amicizia”

Se inventare significa dar vita a qualcosa che non esisteva, allora il progetto LIBRAmusica, tra le più longeve e originali realtà musicali umbre, ha saputo dare testimonianza di questa vocazione al cambiamento icon il suo percorso artistico ventennale, caratterizzato da una ricerca sonora continua e da una costante evoluzione; pur mantenendo la canzone d’autore quale orizzonte di riferimento, è difficile circoscrivere lo stile che i sei musicisti hanno elaborato negli anni: la loro cifra peculiare, identificabile con l’attitudine acustica, si fonde con armonie jazzistiche in una declinazione del tutto originale, in cui incastonano sapientemente anche elementi blues e contaminazioni sudamericane. L’intreccio con le coordinate espressive della poesia estende il messaggio delle canzoni della band oltre i confini della musica pop-oriented. Dopo due dischi e la vittoria del Premio Città di Recanati (1997), i LIBRAmusica approdano al terzo lavoro “Piccole Invenzioni”: un’opera autoprodotta di tredici brani originali, il cui fulcro è il tema dell’amicizia, che si sviluppano nella cornice del vicolo quale ambientazione comune; in questa esperienza la band si è potuta avvalere della collaborazione in studio del maestro Stefano Zavattoni, già collaboratore negli arrangiamenti di Fiorella Mannoia e pianista RAI. Il background eterogeneo dei sei musicisti è confluito in un linguaggio radicalmente nuovo, che non si è arenato nelle diversità cogliendole come difficoltà di comunicazione, ma le ha accolte come ricca fonte d’ispirazione; allo stesso tempo, la necessità di trovare un canone condiviso ha reso le canzoni dei LIBRAmusica più efficaci nella loro semplicità e immediatezza.
Il disco, “Piccole Invenzioni”, è stato presentato con uno showcase speciale lo scorso sabato, 21 marzo, presso lo Studio 6 Aprile Audiovisual di Perugia, location evocativa capace di esaltare il mood della band, durante il quale proiezioni ed esibizioni live hanno dato vita a un percorso multimediale ricco di suggestioni. L’evento è stato anche occasione per presentare anche il primo video estratto dall’album, “Il Vicolo di Vinicio”, uno dei tanti scorci di esistenza quotidiana che i LIBRAmusica sono maestri nel tratteggiare, nonché uno dei pezzi più rappresentativi di Piccole Invenzioni. Il gruppo è composto da Silvia Pierucci (voce), Aldo Bertuzzi (piano), Simone Bucaioni (chitarre), Roberto Pierucci (sassofoni), Graziano Brufani (contrabbasso), Claudio Trinoli (batteria).

Le riflessioni dei LIBRAmusica sul nuovo album… e “l’autointervista”

Quali sono le differenze tra i vostri tre dischi?
“Il primo CD “Alchermes” rappresentava la giovinezza, l’impeto della spensieratezza, il credere alla musica come il nostro futuro possibile. Il risultato è in dieci pezzi freschi, potenti e coraggiosi.
Il secondo album “Le faremo sapere” è sicuramente più maturo e pensato. Ciò non significa più freddo, ma al contrario più identificativo della natura della nostra musica. Ironico e misurato, improvvisato ed arrangiato, con la consapevolezza che oggi, il senso del fare musica, è soltanto nel proporre qualcosa di originale e mai scontato. E poi tra alchimie di note, scoperte in amicizia, note create e parole trovate sono arrivate Piccole Invenzioni”.

Perché questo titolo?
“Inventare significa dar vita a qualcosa che prima non esisteva. Se le invenzioni sono grandi cambiano il mondo, il modo di pensare e di comportarsi. Le invenzioni piccole entrano con leggerezza e discrezione nel nostro quotidiano per migliorarlo con un sorriso, un sospiro, un battito di ciglia. Le Piccole Invenzioni sono nella vita che schiude l’involucro della noia”.

Parlateci della produzione del disco… 
“Abbiamo preferito un’autoproduzione per essere più liberi nel proporci nei modi e tempi a noi consoni. I Libramusica hanno composto e suonato il disco, ma per la sua realizzazione è stato fondamentale il supporto avuto in sala di registrazione dal grande Maestro e amico Stefano Zavattoni. L’altra piccola invenzione che arricchisce la proposta è stato il gran lavoro grafico di Manola Del Testa, che ha tradotto in immagini le sensazioni musicali. Ora cerchiamo produttori, distributori e agenti che vogliano supportare il nostro progetto”.

Parlateci del progetto…
“Il disco si compone di tredici pezzi originali, che si sviluppano in un’ambientazione comune: un vicolo! Proprio all’interno di questo piccolo e stretto nucleo sociale incontriamo musicisti, amanti, brillanti geni e romantici clochard, persone disilluse ed equilibristi della vita che vivono tra “gli estremi di un sorriso”. “Il Vicolo di Vinicio” è anche uno dei pezzi più rappresentativi di questo lavoro, che proporremo anche in un video girato dallo Studio 6 Aprile audiovisual in un classico borgo umbro. Il vicolo con i suoi abitanti, che sembreranno molto familiari, rappresenta una metafora della vita e delle sue invenzioni, essendo (citando De Moraes) la vita stessa l’arte dell’incontro”.

Parlateci delle canzoni… 
“Sono tutti brani acustici che seguono il mood impresso dagli arrangiamenti del gruppo e dalla voce di Silvia. Ogni pezzo è fortemente diverso dall’altro sia per il ritmo (si passa dalla bossa nova al blues) che per i soggetti. L’amicizia ed il fatto di trovare nelle piccole cose quotidiane i grandi significati della vita sono i caratteri dominanti dei testi. La musica, come sempre, non può essere definita oggettivamente, ma va ascoltata”.

Chi sono gli autori?
“Aldo e Roberto sono coloro che scrivono, ma è il vero autore è la band”.

Progetti futuri?
Suonare, suonare e suonare. Ciò significa trovare degli addetti ai lavori che possano credere nel nostro progetto e ci permettano di proporlo dal vivo e tramite la distribuzione del CD ad un pubblico ampio.

Come avete fatto a resistere in tutti questi anni non essendo dei professionisti?
“Nietzsche diceva che “il mondo senza la musica sarebbe un errore”, noi pensiamo di poter contribuire per una piccola parte ad evitarlo. Questa passione ci ha permesso di poter superare tutti i problemi di disponibilità, sia di tempo che di testa, derivanti dal fare altro per vivere”.

Qual è l’età media del gruppo?
Siamo tutti degli splendidi quarantenni.

Non pensate di essere un po’ “maturi” per proporre un prodotto musicale nuovo?
“Il nuovo non è legato all’età, ma alla creatività ed al coraggio. Da questo punto di vista ci sentiamo e vediamo come degli adolescenti”.

Cosa significa fare musica per chi svolge altre attività?
“Una grande fatica, sia fisica che mentale. De Andrè diceva che al mondo ci sono dei formidabili e sconosciuti autori, ma dopo otto ore al tornio vengono uccise le loro potenzialità. Questo è il grande sforzo che deve fare chi vuol vivere nella musica, ma per sopravvivere è costretto a fare qualcos’altro. Ma la natura di ognuno deve affermarsi e così riesce a superare ogni convenzione impressa dal quotidiano”.

A chi è dedicato Piccole Invenzioni?
“Dedicato agli incontri, alle frequentazioni disinteressate, all’allegria cantata, al vino ed al tabacco diviso, al dolore condiviso e dunque leggero, alla complicità religiosamente accudita, al verde sudore e a tutto quello che abbiamo messo nella grande valigia dell’Amicizia”.

(foto di Riccardo Truffarelli)