Il noto musicologo a Perugia per una Lectio Magistralis il 19 ottobre alle ore 18 presso la Scuola di Musica La Maggiore di Perugia
“Menzogne colossali plurisecolari e di dimensioni continentali si nascondono dietro un gioco di silenzi, eufemismi e verità non dette, parlando di jazz. È una storia afrocentrica ancora tutta da scrivere”. Questo il pensiero di Marcello Piras, tra i maggiori conoscitori del jazz, che il prossimo 19 ottobre terrà una Lectio Magistralis presso la scuola di musica La Maggiore di Perugia. L’incontro avrà inizio alle ore 18 con un’introduzione a cura di Sergio Pasquandrea. La Maggiore apre le porte ad una storia tutta nuova emersa dalle ricerche di Piras e pronta a capovolgere i paradigmi fondamentali del jazz. Si parlerà delle non-origini del jazz, perché questo genere non è stato “inventato” magicamente da una singola persona e non nasce nel secolo scorso in territorio neutro statunitense, come vorrebbe la sua mitologia. Netta la visione di Piras: “La musica jazz si è svolta in altri momenti da quelli che immaginiamo. Questa musica è un albero che ha radici molto profonde. I racconti leggendari vanno sempre verificati, i luoghi comuni e le opinioni scorrette vanno frantumate. Sto assumendo posizioni impegnative nel combattere queste leggende.” Poi spiega: “Esistono paradigmi storiografici erronei e uno di questi è il paradigma della musica del jazz”. Secondo Marcello Piras le interazioni tra linguaggio musicale scritto europeo e i linguaggi musicali dell’Africa nera sono iniziati intorno al Mediterraneo. È falsa la credenza che solo gli Usa praticavano la tratta degli schiavi neri: esisteva anche in Europa, perciò il mondo africano e quello europeo non erano estranei. “Il jazz ha una combinazione di caratteristiche che è peculiare, perché ciascuna di queste caratteristiche si trova anche altrove e tutte insieme non si trovano da nessun’altra parte. E questo è proprio uno dei motivi per il quale la sua nascita è avvolta nelle leggende, perché è una nascita complicata: è il risultato di influenze di culture diverse che sono distanti fra loro anche migliaia di chilometri”, precisa Piras. Poi conclude: “Quando i primi ricercatori cominciarono ad esplorare la storia del jazz, andarono in cerca di qualcuno che fosse stato “il primo”, e interrogarono i veterani. Ovviamente, ciò che i musicisti fornirono furono i loro ricordi, relativi alle prime musiche da loro conosciute. La risposta fu quindi una logica conseguenza della domanda, e venne fuori un “primo”. Ma nessun veterano poteva conoscere l’intera storia”. Un incontro senza precedenti proprio nella città di Umbria Jazz quello organizzato dalla scuola di musica perugina che conferma i propri valori fondanti quali: valorizzazione della musica come parte integrante della cultura e fattore di crescita individuale e sociale, stimolo all’intelligenza, alla creatività e alla responsabilità e diffusione dell’amore per la musica come pratica attiva.
Marcello Piras è un musicologo noto nel mondo per i suoi studi sulla storia del jazz e delle musiche nere. Ha pubblicato un volume su John Coltrane, la raccolta di saggi Dentro le note – Il jazz al microscopio, un Cd-Rom sulla discografia jazz, decine di saggi in volumi, enciclopedie e riviste italiane e statunitensi, e ha tradotto numerosi libri, tra cui i fondamentali Early Jazz e The Swing Era di Gunther Schuller. Ha firmato note di copertina per oltre trenta Lp e Cd, prodotto ristampe di incisioni storiche e concepito la prima integrale filologica della musica per piano di Scott Joplin (inedita). Di Louis Moreau Gottschalk ha scoperto e ricostruito vari manoscritti e il libretto in castigliano di Escenas campestres (Cd Naxos). Dal 1978 tiene lezioni, conferenze e master class; ha insegnato nei Conservatori di L’Aquila (2005-2012), Castelfranco Veneto, Adria, Udine, Bologna, Fermo, Roma, Bari, Monopoli, Matera, Palermo e Cagliari, e ha tenuto conferenze in Germania, Svizzera, Usa, Canada, Messico e Brasile. Ha ideato e fondato il Centro Studi “Arrigo Polillo” di Siena (fino al 1998) e la Sisma – Società Italiana per lo Studio della Musica Afroamericana (1992-2000), dando vita a un bollettino, a due riviste e al festival La musica colta afroamericana. Trasferitosi negli Usa nel 2001-02, ha lavorato al Center for Black Music Research e poi alla University of Michigan, come direttore esecutivo della serie di edizioni critiche Musa (Music of the United States of America). Dal 2006 vive a Puebla, Messico, dove studia la musica barocca messicana. Qui ha fondato Adam (Association for Darwinian Afrocentric Musicology) e ha tradotto in spagnolo il Gabinetto armonico di Filippo Bonanni. Al momento lavora a una storia afrocentrica della musica dal Paleolitico a oggi.