Generatori di melodie alimentati dall’apprendimento automatico a collaborazioni tra artisti e algoritmi: ecco l’intelligenza artificiale, una nuova forma di rivoluzione che prende vita nell’industria musicale aprendo le porte a nuove possibilità di sfide.

di Massimo Imperatori

Negli anfratti sonori dell’industria musicale, una rivoluzione silenziosa ma straordinaria sta prendendo forma: l’intelligenza artificiale (IA) sta scuotendo le fondamenta della creazione musicale, aprendo le porte a nuove possibilità e sfide. Da generatori di melodie alimentati dall’apprendimento automatico a collaborazioni tra artisti e algoritmi, l’IA sta permeando il tessuto stesso della musica, portando con sé promesse di innovazione e creatività senza precedenti.

Fino a qualche anno fa sembrava impensabile l’arrivo nel quotidiano di questa tecnologia fantascientifica. Ma oggi utilizzare quest’innovazione è alla portata di chiunque. L’area di competenza di questa invenzione si ingrandisce sempre di più: dalla creazione di siti internet all’edit fotografico, dai semplici chat bot alla replicazione della voce.

Trasformata da semplice strumento tecnologico in compositore virtuale, attraverso algoritmi di apprendimento automatico, la generazione di musica con l’IA sta guadagnando terreno, aprendo nuove frontiere creative per musicisti e produttori. Un segnale lampante di questo cambiamento è l’accordo epocale tra Universal Music Group, il gigante dell’industria musicale, e la startup tedesca Endel, specializzata nella produzione musicale basata sull’IA.

La partnership tra Universal ed Endel non è semplicemente un accordo tra aziende, ma un’accelerazione verso il futuro della musica. Sebbene l’accordo non porti all’uscita di grandi hit, segna comunque un punto di svolta, simile al passaggio dalla rivoluzione digitale con Napster all’era di iTunes. Questa collaborazione impiegherà la tecnologia di Endel per consentire agli artisti di Universal di creare brani completamente nuovi o di reinterpretare la musica del catalogo. Michael Nash, EVP e Chief Digital Officer di Universal Music Group, ha enfatizzato l’IA come un mezzo per migliorare la creatività degli artisti, puntando a un nuovo approccio all’arte musicale.

Altri esempi di provider, che mettono a disposizione la propria tecnologia al fine di creare nuove melodie come generatori di musica basati su IA, stanno emergendo sul mercato, tra cui Amper Music, AIVA, Ecrett Music, Soundraw, Boomy, OpenAI – MuseNet e Amadeus Code.

Questi strumenti utilizzano algoritmi di apprendimento automatico per creare tracce musicali personalizzate in pochi secondi, proiettandoci in un futuro armonicamente condiviso tra artisti e algoritmi, in cui la creatività umana si fonde con l’intuizione dell’IA per dar vita a melodie sorprendenti. I vantaggi di questa fusione tra arte e tecnologia sono come un crescendo musicale. L’amplificazione della visione creativa degli artisti accelera la produzione e facilita l’esplorazione di generi nuovi ed inesplorati. Attraverso il filtro dei generatori musicali, i musicisti possono accedere ad un’infinita varietà di suoni, permettendo loro di abbracciare un ventaglio di stili e sfumature che altrimenti potrebbero sfuggire. Altro effetto positivo potrebbe risiedere nell’abbattimento del blocco dello scrittore, offrendo spunti freschi e inaspettati.

Tuttavia, dietro l’orchestra del progresso, si celano alcune note discordi. L’ascesa dell’IA nella musica solleva interrogativi fondamentali sulla perdita di originalità. Mentre i generatori musicali possono creare melodie coinvolgenti, c’è il rischio che l’omogeneità prenda il sopravvento, lasciando spazio a un paesaggio sonoro uniforme. Inoltre, il rischio più grande è quello di indebolire il ruolo centrale degli artisti come autori. L’arrivo di algoritmi che scrivono il testo, cantano il brano e che suonano le note, rischiano di prendere il sopravvento. Infatti, oltre alle sfide creative, emergono preoccupazioni etiche riguardo alla proprietà intellettuale e all’autenticità, sollevando interrogativi su chi sia il vero autore di una composizione, di un brano o addirittura di una voce… In un’epoca in cui l’originalità è apprezzata quanto l’innovazione, l’IA potrebbe oscurare la linea tra il genuino e il generato.

L’intelligenza artificiale sta dirigendo la partitura di un nuovo capitolo nella produzione musicale. Il duetto collaborativo tra umanità e tecnologia non ha precedenti in questo ambito, e porta con sé una nota di sfida che l’originalità umana dovrà affrontare.