di Andrea Cova
Ha sede nella campagna spellana “La Semente”
fattoria sociale e country house gestita da ragazzi autistici
Un disturbo dello sviluppo che pone le persone che ne sono affette nella condizione di non riuscire a organizzare risposte in tempi brevi e frenetici come impone la società contemporanea. È questa la definizione più o meno “semplificata” dell’autismo.
A me piace descriverla con le parole della psicologa Uta Frith: “Alcune fiabe narrano che le fate sostituiscono i loro figli con neonati umani”. I sostituti, essendo figli delle fate, sono bellissimi ma presentano un comportamento strano, assente, asociale come se il mondo in cui vivono non fosse il loro, mostrando un disinteresse totale per tutto ciò che li circonda. Sono soli in mezzo ad una moltitudine di persone, si appartano, si ritraggono quando i genitori li abbracciano, non giocano con i coetanei, non sorridono, non piangono quando si fanno male, spesso camminano in punta di piedi e quando guardano non vedono il punto di interesse ma aldilà di esso, verso un orizzonte senza colore. Per queste ragioni, nella letteratura di riferimento, i bambini autistici vengono descritti come bambini bellissimi ma distanti… chiusi in una torre d’avorio, chiamati bambini della luna, per la loro distanza dagli altri, o bambini pesci, per il loro silenzio, affascinati e inquietanti per il mistero che li circonda. (L’autismo. Spiegazione di un enigma)
È secondo questo spirito che nel 2010 nasce, nel cuore della campagna spellana, il centro diurno “La Semente”, con una fattoria sociale e country house gestiti da ragazzi autistici.
Il centro pone la sua attenzione su soggetti autistici adulti, in modo da poter dare una risposta concreta alla necessità di continuare un percorso riabilitativo avviato in età evolutiva, evitando una inevitabile regressione che renderebbe vano il già fatto.
Mai come oggi abbiamo riscoperto la dignità dell’uomo nel lavoro e le persone autistiche non fanno eccezione.
“La Semente”, per questo motivo, offre un servizio innovativo: concrete possibilità per un inserimento nel mondo lavorativo sul territorio; agli ospiti viene insegnato un mestiere in strettissimo contatto con l’agricoltura e i servizi alberghieri, che poi potranno mettere in pratica in ambienti lavorativi reali. Ragazzi, seguiti da educatori competenti attraverso specifiche attività, riescono a sviluppare la capacità di generalizzazione delle situazioni. Laboratori ergo terapici, come la ceramica, lavori di piccola falegnameria, servizi di sala e riassetto delle camere favoriscono l’apprendimento di abilità per l’inserimento lavorativo nella fattoria sociale che privilegia il metodo di produzione biologica, la protezione ambientale e paesaggistica, il rispetto etologico delle specie animali e i processi naturali di trasformazione dei prodotti, tutto per il raggiungimento di un elevato livello di autonomia professionale.
La difficoltà nella comunicazione viene affrontata attraverso laboratori espressivi e di drammatizzazione, in modo da offrire la capacità di riconoscere, gestire ed esprimere le loro emozioni e grazie anche ad attività di comunicazione aumentativa alternativa si favorisce la strutturazione di un linguaggio comunicativo verbale e non. In stretto legame con la fattoria sociale, sono nati laboratori di orticoltura, giardinaggio e pet-therapy.
Non credo che “La Semente” resterà un seme infruttifero ma, come fa ben sperare il nome, darà frutti che a loro volta offriranno altri semi… anche da un solo seme potrà nascere una piantagione.