di Francesca Cecchini

“Non buttate via niente, anzi SUONATELO!” con questo slogan la band marchigiana si muove nel mondo della musica ed approda a Perugia in occasione di Sharper. Sul palco, l’esplorazione dell’universo dei nuovi rifiuti tecnologici e il loro riutilizzo nelle note dei RCM

Andrea Accoroni, Simone Bellezze, Freddy Giorgi, Michele Tiberi Kaio, questi i nomi dei membri del Riciclato Circo Musicale. Li abbiamo incontrati durante il soundcheck in occasione di “Sharper – Notte europea dei ricercatori”, la manifestazione promossa da Psiquadro lo scorso venerdì (25 settembre) a Perugia. Nella kermesse, ricca di appuntamenti scientifici legati al divertimento intelligente, non poteva mancare la musica. Un contesto di sperimentazione che calza a pennello con il gruppo che usa esibirsi con materiali di recupero originalmente riciclati e riadattati a strumenti musicali.

Come nasce il connubio riciclato-musica?

“Questa idea nasce quasi dieci anni fa sin dalle prime esibizioni della band e nasce direttamente dalla pratica, saltando il passaggio della teoria. Partendo da un primo input che un oggetto abbandonato ci ha dato, casualmente, suonando, abbiamo dato il via alla nostra opera di ricerca e creazione. Ovviamente, più particolare è l’oggetto più lo è il suono. E’ interessante, curioso, ti dà informazioni, ti comunica una novità. Una novità sonora”.

Tutti insieme sin dal primo esperimento?

“No. Tutti avevamo alle spalle un percorso musicale separato. Le nostre strade si sono unite a partire dal 2006 circa. Chi prima, chi poi, siamo arrivati, man mano, a lavorare insieme in questo mondo dei suoni che partono dalle materie di recupero e anche da altri tipi di oggetti che naturalmente servono a tutt’altro”.

Oggetti che andate a cercare o che “trovate” per caso?

“Dipende. Non sempre occorre andarli a cercare appositamente. Capita di prenderli da casa, trovandoli casualmente in garage, in casa, in cantina. Sono materiali che utilizziamo tutti i giorni nella vita quotidiana.  A volte la creazione parte dall’oggetto: lo si guarda e si cerca un modo per usarlo. Altre, al contrario, si cerca l’oggetto che può esser utile alla costruzione di uno strumento musicale. Vuoi costruire una chitarra? Trova i materiali adatti! Questo per l’idea di strumenti convenzionali. Noi siamo anche andati oltre ed abbiamo costruito strumenti inediti”.

La costruzione di nuovi strumenti nasce per voglia di sperimentare?

“Si, nasce come una sorta di studio. Diventa poi una passione, un tarlo – ci raccontano sorridendo – e un percorrere strade nuove, alternative. Facciamo esperimenti prendendo diversi oggetti e assemblandoli. Poi vediamo il risultato: se è soddisfacente, bene, altrimenti si ricomincia da capo”.

Concerti in tutta Italia ed Europa. Unici del “riciclo-musica” o esisteva già un filone del genere?

“Questo tipo di corrente musicale è una corrente internazionale che parte negli anni Ottanta. A quell’epoca si trovavano già le prime forme di musica con materiali di recupero non solo in Italia, ma su territorio mondiale”.

Come vi collocate in questo percorso?

“In Italia siamo stati sicuramente tra i primi ad aver percorso questa strada. Da dieci anni, ripetiamo, siamo in questo mondo. Questo tipo di filosofia sta prendendo piede ed ovunque continuano a nascere nuovi gruppi su questa scia”.

Una bella soddisfazione essere stati tra i precursori di questa “corrente” in Italia…

“Si, lo è. Sicuramente abbiamo dato uno spunto a molte band emergenti e ci fa piacere. E’ anche vero, però, che il mondo di questo genere è molto ampio. La stessa storia degli strumenti musicali nasce con l’utilizzo dei materiali di recupero. Pensiamo agli strumenti tribali di migliaia di anni fa. Da lì è partita e si è evoluta la storia. Una storia che continua ancora oggi con nuovi tipi di ricicli”.

Per concludere, una curiosità. Indie, pop, rock e molto altro, possiamo arrivare anche alla musica classica?

“Certo, si può arrangiare di tutto con questo tipo di strumenti. Noi non suoniamo alcun tipo di musica classica ma…  potremmo farlo”.